K metro 0 – Paramaribo – Lo stato sudamericano del Suriname si è impegnato a proteggere permanentemente il 90% delle sue foreste tropicali. Questa sfida si preannuncia altamente ambiziosa, ma di fondamentale importanza per un paese che si estende su parte della foresta amazzonica, costantemente in crisi per il crescente disboscamento. L’annuncio di questa sfida
K metro 0 – Paramaribo – Lo stato sudamericano del Suriname si è impegnato a proteggere permanentemente il 90% delle sue foreste tropicali. Questa sfida si preannuncia altamente ambiziosa, ma di fondamentale importanza per un paese che si estende su parte della foresta amazzonica, costantemente in crisi per il crescente disboscamento.
L’annuncio di questa sfida è arrivato dal Ministro degli Esteri surinamese Melvin W.J. Bouva, in accordo con il Neopresidente Jennifer Geerlings-Simons, durante la Settimana del Clima che si è tenuta a New York dal 21 al 28 settembre. La sfida annunciata dallo stato sudamericano si dimostra ancora più ambiziosa degli obbiettivi globali “30×30” dell’ONU, con cui si dichiara di voler proteggere il 30% di terre e oceani entro il 2030. Per proteggere il proprio patrimonio naturale, il governo del Suriname ha affermato che aggiornerà le leggi sulla conservazione dell’ambiente entro la fine dell’anno. Il progetto vede in ogni caso un forte sostegno finanziario internazionale: sono già 20milioni i dollari ricevuti da una coalizione di donatori per supportare il progetto.
Il Suriname sorge su un territorio ricoperto al 93% da un’incontaminata foresta amazzonica, non soggetta ad agricoltura o attività mineraria. Il paese è uno dei maggiori polmoni del pianeta, poiché è uno dei soli tre paesi al mondo che assorbe più anidride carbonica di quanta ne emette. Le sue foreste pluviali ospitano un ecosistema unico, abitato da giaguari, lontre, tapiri e oltre 700 specie di uccelli, oltre all’affascinante rana freccia blu. A popolare quest’habitat vi sono anche le comunità di indigeni e cimarroni, ossia i discendenti di schiavi africani fuggiti che vivono nella foresta pluviale, non ancora ufficialmente riconosciuti dalle leggi del Suriname. A tal proposito, il Presiedente Geerlings-Simons ha dichiarato di voler riconoscere i diritti degli abitanti della foresta, lotta che va di pari passo con la difesa dell’ecosistema.
Il paese punta a sviluppare un programma di ecoturismo e ambisce a inserirsi nel mercato dei crediti di carbonio come strumenti complementari di reddito compatibile con la protezione ambientale. Tutto questo mentre in altri paesi la foresta amazzonica retrocede a causa di allevamenti intensivi, agricoltura (specialmente di soia e olio di palma), estrazione di minerali e mercato di legname. In Brasile, nonostante gli sforzi delle autorità locali e nazionali, tra agosto 2024 e luglio 2025 la deforestazione è aumentata del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il periodo record per la deforestazione amazzonica sono stati i primi sei mesi del 2022, in cui ben 3.988 di chilometri quadrati di foresta amazzonica sono andati distrutti.
Gli ambientalisti di tutto il mondo hanno mostrato grande entusiasmo per l’iniziativa del Suriname. “Si tratta di un nuovo standard per l’intera regione amazzonica, che negli ultimi decenni ha subito una grave deforestazione”, ha comunicato Russell Mittermeier, responsabile della conservazione presso Re:wild, un’organizzazione no-profit per la conservazione globale.
Il Presidente Geerling-Simons, dal canto suo, si è mostrata consapevole e determinata nel voler raggiungere gli obbiettivi prefissati, dichiarando: “Comprendiamo e accettiamo l’immensa responsabilità di gestire oltre 15 milioni di ettari di foreste tropicali, mentre il resto del mondo vede le sue foreste scomparire ogni giorno”.