Media, Ambasciata libica a Roma, bloccati i conti. Stipendi fermi

Media, Ambasciata libica a Roma, bloccati i conti. Stipendi fermi

K metro 0 – Roma – Tutti i conti correnti dell’ambasciata di Libia a Roma risultano bloccati da oltre una settimana, con gravi conseguenze sulla gestione ordinaria della sede diplomatica di via Nomentana. Lo riferiscono ad “Agenzia Nova” fonti libiche qualificate. Il congelamento dei conti, effettivo dal 15 settembre, ha reso impossibile il pagamento degli stipendi sia

K metro 0 – Roma – Tutti i conti correnti dell’ambasciata di Libia a Roma risultano bloccati da oltre una settimana, con gravi conseguenze sulla gestione ordinaria della sede diplomatica di via Nomentana. Lo riferiscono ad “Agenzia Nova” fonti libiche qualificate. Il congelamento dei conti, effettivo dal 15 settembre, ha reso impossibile il pagamento degli stipendi sia ai funzionari inviati da Tripoli sia al personale locale assunto con contratto italiano. La paralisi amministrativa si estende a tutte le attività correnti della rappresentanza.

Contattata da “Agenzia Nova”, l’ambasciata ha riferito che la banca UniCredit ha comunicato via e-mail il blocco dei conti il 18 settembre. Il provvedimento è legato a un recupero crediti pregressi nei confronti della missione diplomatica, evidentemente disposto dall’autorità giudiziaria. La sede libica parla di un “comportamento individuale” da parte di UniCredit e sottolinea di non aver ricevuto finora alcuna “spiegazione concreta” né dalla banca né dalla Farnesina, con cui è in corso uno scambio di note verbali per chiarire la vicenda.

“Abbiamo già incaricato il nostro avvocato di avviare azioni legali e stiamo cercando di ottenere tutte le informazioni possibili sul caso”, ha fatto sapere la rappresentanza libica.

Il blocco segue la recente sentenza n. 14253 del 28 maggio 2025 con cui la Corte di cassazione ha fissato un principio di particolare rilevanza: perché i conti correnti di uno Stato estero siano considerati impignorabili, non basta la semplice intestazione a finalità istituzionali, ma occorre una dichiarazione preventiva e documentata che ne attesti la destinazione a funzioni pubbliche sovrane (iure imperii), nonché la coerenza delle movimentazioni con tale finalità. Si tratta di un orientamento che ridimensiona l’immunità degli Stati esteri in materia esecutiva, imponendo un onere probatorio più stringente a tutela dei creditori.

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