K metro 0 – Washington – Colpo di scena nei mercati: la Federal Reserve ha deciso oggi di abbassare i tassi d’interesse di riferimento di un quarto di punto percentuale, firmando il primo taglio del 2025. Un passo tanto atteso quanto strategico, nel tentativo di rimettere in moto un mercato del lavoro che inizia a
K metro 0 – Washington – Colpo di scena nei mercati: la Federal Reserve ha deciso oggi di abbassare i tassi d’interesse di riferimento di un quarto di punto percentuale, firmando il primo taglio del 2025. Un passo tanto atteso quanto strategico, nel tentativo di rimettere in moto un mercato del lavoro che inizia a scricchiolare.
È il primo taglio dei tassi nel secondo mandato di Donald Trump – e, guarda caso, arriva dopo mesi di pressioni dirette dalla Casa Bianca. Ma il presidente potrebbe non essere del tutto soddisfatto: il taglio è modesto rispetto alle sue richieste martellanti.
Il comitato della Fed (FOMC) ha già messo sul tavolo due ulteriori tagli da un quarto di punto entro la fine dell’anno, aprendo la porta a una fase di politica monetaria più accomodante dopo nove mesi di immobilismo e cinque riunioni senza scossoni.
Attualmente, il tasso sui federal funds si attesta tra il 4% e il 4,25% – ancora lontano dai livelli pre-pandemia, ma decisamente meno aggressivo rispetto ai picchi imposti per frenare l’inflazione esplosa negli anni scorsi.
Durante una conferenza stampa a Washington, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha spiegato che l’istituto centrale si trova ora a fronteggiare una situazione delicata: da un lato l’inflazione che non accenna a calare, dall’altro un mercato del lavoro in rallentamento. “Quando i nostri due obiettivi sono in contrasto, la situazione si complica”, ha ammesso Powell. “Stiamo vedendo segnali chiari: la crescita dell’occupazione sta rallentando e i rischi per il mercato del lavoro stanno aumentando”.
Il taglio di oggi è anche il culmine di mesi di tensioni politiche. Trump, da tempo in rotta con Powell, ha moltiplicato gli attacchi via social e dietro le quinte ha cercato di influenzare la composizione del Board della Fed. Tra le sue mosse più recenti, la nomina di Stephen Miran – nuovo consigliere economico della Casa Bianca – al board. Miran è stato l’unico a votare contro la decisione della Fed, spingendo per un taglio più drastico: mezzo punto percentuale.
Nonostante le interferenze, Powell ha ribadito con fermezza la posizione della Fed: “Siamo e resteremo indipendenti”, ha detto senza mezzi termini, in quella che suona come una risposta diretta al presidente.
Nel frattempo, l’economia americana naviga in acque agitate: occupazione debole e prezzi in salita – una combinazione pericolosa che gli economisti non esitano a definire stagflazione.
Il messaggio è chiaro: la battaglia tra Casa Bianca e Banca Centrale è tutt’altro che finita. E a pagarne le conseguenze, come sempre, potrebbe essere l’economia reale.