K metro 0 – Parigi – Il nuovo primo ministro francese, Sébastien Lecornu, ha preso ufficialmente le redini di Matignon giovedì 11 settembre, all’indomani del passaggio di consegne con François Bayrou. Dalla scalinata della residenza del governo, nel suo primo discorso di appena due minuti e mezzo, ha promesso “rotture nella forma, nel metodo e
K metro 0 – Parigi – Il nuovo primo ministro francese, Sébastien Lecornu, ha preso ufficialmente le redini di Matignon giovedì 11 settembre, all’indomani del passaggio di consegne con François Bayrou. Dalla scalinata della residenza del governo, nel suo primo discorso di appena due minuti e mezzo, ha promesso “rotture nella forma, nel metodo e nella sostanza”. Una dichiarazione sobria, ma che sottolinea la gravità del momento politico.
A 39 anni, Lecornu è il quinto premier nominato da Emmanuel Macron in due anni. Uomo di fiducia del presidente e suo alleato di lungo corso, si trova ora davanti alla missione più delicata: ricomporre un Parlamento diviso, evitare la paralisi istituzionale e riuscire ad approvare il bilancio dello Stato. Nonostante la fiducia del Presidente Macron, la sua nomina è stata accolta con scetticismo. Secondo un sondaggio citato da Le Figaro, il 69% dei francesi ritiene che la scelta non risponda alle loro aspettative, mentre il 56% ne ha già un’opinione negativa. L’opposizione, dal canto suo, non ha perso tempo a mettere in chiaro le sue posizioni: Marine Le Pen ha giudicato “inevitabili” nuove elezioni, i Verdi hanno parlato di “provocazione” e i socialisti hanno avvertito che il presidente “sta rischiando rabbia sociale e stallo istituzionale”.
Un fedelissimo all’Eliseo
Entrato in politica giovanissimo come assistente parlamentare, Lecornu è stato sindaco della sua città natale Vernon, sottosegretario già nel 2017, poi ministro degli Enti locali, dei Territori d’oltremare e infine delle Forze armate. Una carriera costruita senza interruzioni, che lo ha visto resistere a sette rimpasti in otto anni. All’Eliseo lo considerano un negoziatore capace e un interlocutore affidabile: più volte ha parlato a nome del presidente su dossier sensibili come Medio Oriente e politica nucleare.
Il nodo bilancio
La prima prova sarà il progetto di legge di bilancio, che dovrebbe arrivare in Parlamento a metà ottobre. La sinistra chiede di tassare i patrimoni più ricchi e di garantire che il governo non ricorra al controverso articolo 49.3 della Costituzione, che consente di approvare una legge senza voto parlamentare. Una linea difficile da conciliare con il “blocco centrale” che sostiene Macron e che rifiuta aumenti fiscali.
In questo clima teso, Lecornu ha già avviato un giro di consultazioni: ha incontrato Gabriel Attal, Edouard Philippe, Bruno Retailleau e Laurent Wauquiez, e si prepara a ricevere la presidente dell’Assemblea Nazionale Yaël Braun-Pivet e il presidente del Senato Gérard Larcher. L’opposizione sarà convocata in seguito, mentre la nomina dei ministri è ancora in sospeso.
Una scommessa ad alto rischio
Per Macron, la scelta di Lecornu rappresenta un tentativo di recupero dopo il fallimento della breve esperienza Bayrou, naufragata proprio sulla questione del bilancio. Per il nuovo premier, invece, si tratta della prova politica più difficile della sua carriera: convincere un Parlamento ostile, guadagnare consenso nell’opinione pubblica e, soprattutto, garantire stabilità a un presidente sempre più indebolito.
“Non esistono strade impossibili”, ha detto Lecornu durante il passaggio di consegne. Ma per sopravvivere politicamente, dovrà dimostrare che non si tratta soltanto di parole.