Bari consegna le chiavi della Città a Francesca Albanese

Bari consegna le chiavi della Città a Francesca Albanese

K metro 0 – Bari – La relatrice speciale per i territori palestinesi delle Nazioni Unite, Francesca Albanese, riceverà oggi 4 agosto le chiavi della città di Bari. ll centrodestra del capoluogo pugliese esprime invece totale contrarietà alla proposta del sindaco Vito Leccese, di conferire le chiavi della città alla funzionaria Onu. Il riconoscimento per la giurista

K metro 0 – Bari – La relatrice speciale per i territori palestinesi delle Nazioni Unite, Francesca Albanese, riceverà oggi 4 agosto le chiavi della città di Bari. ll centrodestra del capoluogo pugliese esprime invece totale contrarietà alla proposta del sindaco Vito Leccese, di conferire le chiavi della città alla funzionaria Onu.

Il riconoscimento per la giurista italiana – di recente sanzionata dagli Stati Uniti perché accusata di promuovere una campagna politica ed economica contro gli Usa e Israele – è stato annunciato dal sindaco del capoluogo pugliese, Vito Leccese il 28 luglio, in concomitanza con l’anniversario della strage di via Niccolò dell’Arca quando, nel 1943, “giovani studenti baresi pagarono con la vita il sogno di una Bari libera, democratica, antifascista”: “Oggi, come allora, abbiamo il dovere di alzare la voce in difesa della libertà, ovunque sia minacciata”, ha sottolineato il primo cittadino.

Albanese sostiene che la Carta delle Nazioni Unite e gli strumenti universali per i diritti umani devono rimanere la bussola di tutti. “Confido che sempre più Stati allineino le loro politiche a questi principi fondamentali, mentre andiamo avanti in quest’ora esistenziale, sia per il popolo palestinese che per quello israeliano, e per l’integrità dell’ordine giuridico internazionale stesso”.

Da ricordare la decisione presa nel 2024 dalla Corte penale internazionale dell’Aja, la quale ha stabilito che la competenza giurisdizionale sui mandati di arresto contro il primo ministro Benyamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant dovrà essere riesaminata dai giudici israeliani di primo grado. Per i due sono state confermate le accuse mosse dal procuratore capo dell’Aja, Kharim Khan: crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi nella Striscia di Gaza dopo il 7 ottobre 2023. Khan aveva incriminato anche tre dei massimi leader di Hamas, Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh. Tutti e tre nel frattempo uccisi dall’esercito israeliano, anche se il Tribunale ha comunque emesso il mandato d’arresto per Deif perché non in grado di verificare la sua morte.

I mandati di arresto per crimini di guerra e contro l’umanità a Gaza spiccati nei confronti di Netanyahu e Gallant comunque restano in vigore. Tutti i ricorsi presentati da Tel Aviv sono stati respinti, i due ricercati sono ritenuti responsabili di aver utilizzato la fame come metodo di guerra a Gaza e di aver attaccato intenzionalmente la popolazione civile palestinese, in nome della guerra ad Hamas.

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