Serbia: proteste in più città, feriti agenti e diversi arresti

Serbia: proteste in più città, feriti agenti e diversi arresti

K metro 0 – Belgrado – Manifestazioni di sostegno agli studenti dell’Università statale di Novi Pazar si sono svolte nella serata di ieri in diverse città della Serbia, tra cui Kraljevo, Uzice, Nis, Belgrado, Aranđelovac, Novi Sad e Kragujevac. Le proteste seguono gli scontri avvenuti nel pomeriggio davanti all’ateneo del sud del Paese, dove studenti

K metro 0 – Belgrado – Manifestazioni di sostegno agli studenti dell’Università statale di Novi Pazar si sono svolte nella serata di ieri in diverse città della Serbia, tra cui Kraljevo, Uzice, Nis, Belgrado, Aranđelovac, Novi Sad e Kragujevac. Le proteste seguono gli scontri avvenuti nel pomeriggio davanti all’ateneo del sud del Paese, dove studenti e cittadini si sono confrontati con la polizia. Secondo quanto riferito dal capo della polizia locale, Nermin Ljajic, sei agenti sono rimasti feriti durante gli scontri. Dopo essere stati evacuati a forza, gli studenti – che occupavano l’università da sei mesi – sono successivamente rientrati nell’edificio, mentre le forze dell’ordine si sono ritirate. A Kraljevo, una parte dei manifestanti ha lanciato uova e pomodori contro la sede del Partito progressista serbo (Sns), dopo essere stata oggetto di provocazioni. I vetri della sede sono andati in frantumi e un agente è rimasto lievemente ferito.

Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha definito gli eventi di Novi Pazar come “politicamente organizzati” e ha annunciato arresti immediati: “Quattro persone che hanno usato violenza contro la polizia e i loro concittadini sono appena state arrestate. Gli arresti continueranno”, ha dichiarato, promettendo una prossima visita in città e invitando alla calma. Separatamente, il ministero dell’Interno ha reso noto che scontri tra polizia e tifosi della Stella Rossa si sono verificati ieri sera a Belgrado, prima del match valido per le qualificazioni alla Champions League. Diversi agenti sono rimasti feriti.

Nel frattempo, la presidente del Parlamento serbo, Ana Brnabic, ha annunciato che oggi invierà lettere individuali ai partner europei, all’Unione europea e alle sue istituzioni, invitandoli “a pronunciarsi sui blocchi” alle istituzioni statali, perché il loro silenzio è “inaccettabile”. Lo riferiscono i media serbi. “Che dichiarino se questi sono i valori europei e se questa è la Serbia europea che vogliono”, ha spiegato Brnabic intervenuta nel Parlamento serbo. L’Europa dovrebbe spiegare “perché chiude un occhio sul crescente estremismo e teppismo dei manifestanti”, ha sottolineato la presidente del Parlamento serbo aggiungendo che invierà ai partner europei “tutti gli indirizzi ai quali i manifestanti sono soliti inviare minacce raccapriccianti e quelli delle sedi del Partito progressista serbo attaccate”.

Infine, la Serbia è stata nuovamente inserita nella lista di monitoraggio dei Paesi in cui si è verificato un improvviso deterioramento delle libertà civili. Lo riporta la nuova lista di controllo pubblicata da Civicus Monitor, una piattaforma online di organizzazioni a livello locale, nazionale, regionale e internazionale che monitora gli ultimi sviluppi in materia di libertà civili, tra cui la libertà di espressione, associazione e riunione pacifica, in 198 Paesi e territori.

Il Civicus Monitor classifica lo spazio civile nei Paesi in cinque livelli: “chiuso”, “represso”, “ostruito”, “ristretto” e “aperto”, sulla base di una metodologia che combina diverse fonti di dati sulla libertà di associazione, riunione pacifica ed espressione. Secondo la piattaforma, la Serbia è considerata un Paese “con spazio civico ostruito”, il che significa che la società civile funziona, ma deve affrontare gravi ostacoli legali e pratici. Il punteggio “ostruito” indica un livello medio di restrizione e descrive un contesto in cui le autorità ostacolano il lavoro delle organizzazioni della società civile, i manifestanti sono sottoposti a forza eccessiva e la libertà dei media indipendenti e la libertà editoriale sono fortemente limitate.

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