Il declino delle api: una tendenza poco chiara

Il declino delle api: una tendenza poco chiara

K metro 0 – Bruxelles – “Di te si parla in questa storia” (De te fabula narratur) scriveva Orazio nelle sue  “Satire”. Come a dire, che una certa storia riguarda in realtà chi l’ascolta, anche se sembra rivolta ad altri. Succede in Belgio, dove si  registra un forte calo invernale delle popolazioni di api mellifere. 

K metro 0 – Bruxelles – “Di te si parla in questa storia” (De te fabula narratur) scriveva Orazio nelle sue  “Satire”. Come a dire, che una certa storia riguarda in realtà chi l’ascolta, anche se sembra rivolta ad altri.

Succede in Belgio, dove si  registra un forte calo invernale delle popolazioni di api mellifere.  Ma questo dovrebbe allertare l’intera Europa. L’Apis mellifera del resto, (la specie di Apis più diffusa nel mondo) è detta anche ape occidentale o “ape europea”.

Ma il suo declino nel piccolo paese dei Puffi e di Tin Tin evidenzia un quadro contrastante per la salute degli impollinatori in Europa, come ci fa notare Alice Bergoënd (Euractiv).

Secondo uno studio pubblicato di recente da Honeybee Valley, la piattaforma di ricerca sulle api dell’Università di Gand, le popolazioni di api mellifere sono diminuite del 22,5% durante l’inverno in Belgio.

La ricerca, basata su un sondaggio condotto su oltre 700 apicoltori, ha rivelato un calo particolarmente grave nella regione di Bruxelles, dove è stata registrata una dimiuìinuzione del 44%.

Sebbene durante l’inverno sia normale, le perdite attuali sono dovute a una combinazione di fattori, tra cui il parassita Varroa, la minaccia dei calabroni asiatici, la ridotta disponibilità di cibo, l’uso di pesticidi e alcune pratiche di apicoltura, ha spiegato Ellen Danneels di Honeybee Valley all’agenzia Belga di Schaerbeek (Bruxelles).

Una tendenza poco chiara

Secondo l’associazione per la protezione delle api Bee Life, tali perdite non sono un fenomeno esclusivo del Belgio. “Riflettono una tendenza più ampia e continua osservata in tutta l’Unione Europea“. “In paesi come la Spagna e l’Italia”, le api sono minacciate da specie invasive come la Vespa Velutina e la Vespa Orientalis, un vespide simile al calabrone europeo (Vespa crabro).   

Nel 2023, l’iniziativa popolare “Salviamo le api e gli agricoltori” ha raccolto oltre un milione di firme per proporre alla Commissione Ue una legislazione per eliminare gradualmente i pesticidi sintetici entro il 2035, citando la “scomparsa” degli impollinatori dai paesaggi.

Altri dati sembrano tuttavia contraddire questa narrazione.

A causa di numerose campagne di sensibilizzazione sui rischi di estinzione delle api a partire dagli anni 2000, l’apicoltura ha registrato un’impennata negli ultimi decenni, secondo quanto riportato dal sito web italiano Il Post.

Anche questo sembra avere un impatto. Stando ai dati della FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) il numero di colonie di api in Europa è aumentato del 13% tra il 1990 e il 2023 e di quasi il 50% a livello globale nello stesso periodo.

Rispondendo all’iniziativa “Salviamo le api e gli agricoltori”, la Commissione europea  ha sottolineato in particolare gli 8,1 milioni di alveari attualmente presenti nelle aziende agricole di tutta l’Ue.

Non dimentichiamo i bombi

La crescente predominanza delle api mellifere potrebbe in realtà avere effetti negativi sulla biodiversità, poiché l’Apis mellifera compete con altri insetti impollinatori per le risorse floreali, come riportato dal “New York Times”.

“Gli impollinatori non sono solo le api mellifere”, precisa Enrico De Lillo, ricercatore in scienze ambientali e fitosanitarie presso l’Università di Bari, “turbato” dalle campagne delle ONG ambientaliste che si concentrano esclusivamente su questo tipo di api. Altri impollinatori, a suo giudizio, possono risentire della presenza delle api mellifere.  

Le api selvatiche, ad esempio, non se la passano meglio di quelle d’allevamento.  In Belgio, la regione delle Fiandre ha appena pubblicato la sua prima Lista Rossa ufficiale delle api selvatiche minacciate, rivelando che il 10% delle specie è scomparso e il 30% è in pericolo o vulnerabile.

Cosa sta facendo l’UE?

L’UE esprime da anni preoccupazione per il declino degli impollinatori. Ma l’azione politica è risultata spesso insufficiente.

Nel 2013, la Commissione ha chiesto all’autorità di controllo della sicurezza alimentare (EFSA) dell’Unione di elaborare linee guida sul rischio dell’uso di pesticidi per gli impollinatori, ma gli Stati membri non sono riusciti a trovare un’intesa sulla loro adozione.

Lo scorso anno, l’EFSA ha aggiornato le sue linee guida, ma gli impegni politici rimangono elusivi.

Un passo avanti potrebbe ora intravedersi con una nuova proposta di revisione delle norme sull’etichettatura dei pesticidi. La Commissione ha suggerito di introdurre un simbolo, un triangolo rosso con l’icona di un’ape morta, sui prodotti considerati dannosi per gli impollinatori.

L’industria dei pesticidi si è opposta all’idea e gli Stati membri dell’Ue   restano divisi, lasciando incerto il destino della proposta.

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