Siria, dalle ingerenze straniere, alla guerra permanente. Minoranze

Siria, dalle ingerenze straniere, alla guerra permanente. Minoranze

K metro 0 – Damasco – La presidenza di Damasco ha accusato i drusi di aver violato l’accordo di cessate il fuoco in vigore per la città di Sweida, nel sud della Siria, che ha portato al ritiro delle forze governative dalla città teatro di violenti scontri che hanno causato centinaia di morti. In una nota

K metro 0 – Damasco – La presidenza di Damasco ha accusato i drusi di aver violato l’accordo di cessate il fuoco in vigore per la città di Sweida, nel sud della Siria, che ha portato al ritiro delle forze governative dalla città teatro di violenti scontri che hanno causato centinaia di morti. In una nota diffusa da Damasco si accusano le “forze fuorilegge”, di violare l’accordo compiendo “orribili violenze” contro i civili, tra cui “crimini che violano completamente gli obblighi di mediazione, minacciano direttamente la pace civile e spingono verso il caos e il collasso della sicurezza”.

Gli scontri sono esplosi a metà luglio nella provincia di Sweida, tradizionalmente abitata dalla minoranza drusa. Le tensioni, latenti da tempo, sono esplose a seguito di rapimenti reciproci e regolamenti di conti tribali. Le nuove autorità siriane sono intervenute in ritardo, con un cessate il fuoco imposto quando ormai la violenza aveva già prodotto decine di morti.

Ma oltre la cronaca, a preoccupare è la fragilità di uno Stato che in quella regione ha perso da anni il controllo effettivo, lasciando spazio a una logica da milizie e vendette. In questo vuoto, si è inserito un attore esterno con un’agenda precisa: Israele.

Tel Aviv nel cuore della crisi, ha condotto raid aerei mirati contro mezzi blindati governativi, giustificando l’azione con la necessità di proteggere la comunità drusa. Una motivazione che appare strumentale. Dietro il pretesto umanitario, si cela una strategia ben collaudata: indebolire le forze armate siriane lungo il confine del Golan e impedire qualsiasi ricompattamento nazionale.

Dapprima ha giocato sulla frantumazione appoggiando i qaedisti oggi si gioca la finta carta di appoggio alle minoranze.

Il messaggio israeliano è chiaro: nessuno deve più parlare di unità della Siria. Ogni crisi locale è un’occasione per normalizzare l’idea di un Paese diviso, etnicamente e politicamente. I drusi rischiano così di diventare, loro malgrado, una pedina nelle mani di chi soffia da decenni sul fuoco del settarismo.

La presidenza siriana ha messo in guardia contro “la continua e palese ingerenza israeliana negli affari interni della Siria, che porta solo a ulteriore caos e distruzione e complica ulteriormente la situazione regionale”.

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