Siria, ritiro truppe da Sweida, scongiurata escalation regionale

Siria, ritiro truppe da Sweida, scongiurata escalation regionale

K metro 0 – Damasco – Le forze governative siriane hanno iniziato il ritiro delle truppe dispiegate a Suwaida dopo l’accordo per un cessate il fuoco da parte delle fazioni coinvolte. Il Presidente siriano Ahmed al-Sharaa in un discorso televisivo alla nazione, punta il dito contro Israele, accusandola di interferenze e di aver innescato preoccupanti

K metro 0 – Damasco – Le forze governative siriane hanno iniziato il ritiro delle truppe dispiegate a Suwaida dopo l’accordo per un cessate il fuoco da parte delle fazioni coinvolte. Il Presidente siriano Ahmed al-Sharaa in un discorso televisivo alla nazione, punta il dito contro Israele, accusandola di interferenze e di aver innescato preoccupanti significativi sviluppi della situazione che stava portando ad una escalation su scala regionale. Assicurando la popolazione che “proteggere i cittadini drusi e i loro diritti è “la nostra priorità”.

Un accordo annunciato dal ministero degli Interni, e confermato dalla Difesa prevede “la cessazione totale e immediata di tutte le operazioni militari” e l’istituzione di una commissione, che include rappresentanti del governo e i leader spirituali drusi, per controllarne l’attuazione.

I militari siriani erano stati dispiegati a Suwaida per porre fine agli scontri fra drusi, minoranza in Siria che però è maggioranza nella cittadina del sud del Paese, e incursori beduini; ed erano stati accusati di aver preso parte in seguito alle operazioni contro civili drusi.

Secondo quanto segnala l’Osservatorio siriano per i diritti umani basato a Londra, è di almeno 350 morti il bilancio complessivo degli scontri scoppiati ad Suwaida. Tra le vittime ci sono 79 uomini armati drusi, 55 civili, 189 elementi delle forze di sicurezza, 19 beduini e il giornalista Hassan al-Zaabi.

L’emittente panaraba Al-Jazeera ha reso noto di un raid di Israele contro siti militari nella regione siriana di Latakia. L’aeronautica militare israeliana ha colpito la scorsa notte le caserme di alcune grandi unità militari siriani situate nel governatorato di Latakia, in particolare la 132ma divisione, stanziata nell’omonimo capoluogo, e la 107ma divisione, stanziata nella città costiera di Jableh. Si tratta di uno sviluppo importante, perché i nuovi obiettivi si trovano tra i 450 e i 500 chilometri a nord di Suwaida e, quindi, le truppe che vi si trovano non hanno nulla a che fare con l’offensiva di Damasco nel sud del Paese.

Ahmed al-Sharaa nell’accusare Tel Aviv, ha rivelato che “solo grazie all’intervento efficace di una mediazione americana, araba e turca la regione è stata salvata da un destino ignoto”. “Non siamo fra coloro che temono la guerra. Abbiamo trascorso le nostre vite affrontando sfide e difendendo la nostra gente, ma abbiamo anteposto gli interessi dei siriani al caos e alla distruzione”, ha sottolineato, precisando che Israele “ha lanciato raid su larga scala contro siti del governo e civili”.

Nel frattempo, in un’intervista ad Al Arabiya, lo sceicco Yousef Jarbou, uno dei tre principali leader drusi della Siria, ha espresso la sua opposizione alle richieste di protezione straniera (Israele), affermando: “Non perderemo la speranza nello Stato siriano”. “L’accordo con il governo siriano garantisce gli interessi di entrambe le parti”, ha affermato.

Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu, dal canto suo, ha assicurato che proteggere la comunità drusa e i suoi diritti “è la nostra priorità”. “Rifiutiamo ogni tentativo di trascinarvi nelle mani di parti esterne”, ha aggiunto rivolgendosi direttamente ai drusi.

Infine, il Segretario di Stato Usa, Marco Rubio ha detto che la Casa Bianca è “molto preoccupata per gli attacchi di Israele in Siria”. “Stiamo parlando con tutte le parti interessate. Vogliamo che i combattimenti finiscano”, ha detto Rubio. Preoccupazione e invito alle parti ad operare una de-escalation vengono espressi anche dall’Unione europea. Con quali esiti, lo dicono gli attacchi israeliani su Damasco.

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Nizar Ramadan
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