K metro 0 – Washington – La guerra contro l’Iran sta costando a Israele centinaia di milioni di dollari al giorno, secondo stime preliminari riportate dal quotidiano statunitense “Wall Street Journal” che sollevando dubbi sulla sostenibilità economica di un conflitto prolungato con la Repubblica islamica.

La spesa maggiore per Israele riguarda prevedibilmente i sistemi di difesa aerea: ogni giorno, solo gli intercettori per abbattere i missili iraniani possono arrivare a costare tra decine e 200 milioni di dollari, e secondo esperti citati dal quotidiano non solo Israele, ma anche gli Stati Uniti stanno dando rapidamente fondo alle loro scorte di missili intercettori avanzati come quelli del sistema Arrow. Secondo esperti consultati dal quotidiano, l’economia israeliana potrebbe reggere un’operazione militare di breve durata, ma già la ricostruzione degli edifici danneggiati dai missili iraniani sino a questo momento potrebbe costare allo Stato ebraico almeno 400 milioni di dollari.

Finora l’Iran ha lanciato contro Israele oltre 400 missili, richiedendo continui interventi dei sofisticati sistemi di difesa israeliani. Il sistema David’s Sling, sviluppato con gli Stati Uniti, costa circa 700.000 dollari a intercettazione (due missili per volta), mentre l’Arrow 3, progettato per intercettare missili balistici a lungo raggio, arriva a 4 milioni per ogni lancio. A ciò si aggiungono i costi operativi degli aerei da guerra israeliani, tra cui gli F-35, che per colpire obiettivi in Iran volano a oltre mille chilometri dal territorio israeliano a un costo di circa 10.000 dollari l’ora, cui va aggiunto il costo di carburante e armi come le bombe Jdam e MK84.

“È molto più costoso della guerra a Gaza o con Hezbollah,” ha spiegato al “Wall Street Journal” Zvi Eckstein, del centro studi Istituto Aaron per le Politiche Economiche. Secondo una sua stima, un mese di conflitto con l’Iran potrebbe costare fino a 12 miliardi di dollari.

Le autorità israeliane hanno dichiarato in questi giorni che l’operazione militare contro l’Iran potrebbe durare fino a due settimane, ma il premier Benjamin Netanyahu non ha mostrato segnali di voler concludere prima di raggiungere gli obiettivi che si è prefisso pubblicamente: smantellare il programma nucleare e missilistico iraniani.