K metro 0 – Berlino – Sulla rotta tra Europa e Sudamerica si sta giocando una partita politica e commerciale cruciale per il futuro dell’agricoltura europea. Il governo tedesco punta con decisione sull’accordo UE-Mercosur, ritenendolo strategico per rafforzare la posizione del Vecchio continente nel commercio globale. Al contrario, la Francia ne è la più accesa
K metro 0 – Berlino – Sulla rotta tra Europa e Sudamerica si sta giocando una partita politica e commerciale cruciale per il futuro dell’agricoltura europea. Il governo tedesco punta con decisione sull’accordo UE-Mercosur, ritenendolo strategico per rafforzare la posizione del Vecchio continente nel commercio globale. Al contrario, la Francia ne è la più accesa oppositrice e cerca alleati per bloccarne l’approvazione definitiva. Due visioni contrapposte che riaccendono lo storico asse Berlino-Parigi.
Questa settimana, Martina Engelhardt-Kopf, segretaria di Stato all’Agricoltura tedesca, si trova in Brasile, a Salvador de Bahia, dove partecipa alle Giornate degli affari tedesco-brasiliane e all’Iniziativa per l’innovazione agroalimentare. Un’occasione scelta non solo per rafforzare i legami bilaterali, ma soprattutto per rilanciare il dialogo sull’accordo commerciale tra l’Unione Europea e i Paesi del Mercosur: Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay.
“Dobbiamo cogliere le opportunità offerte dagli accordi di libero scambio – per la crescita, l’occupazione e una forte posizione europea nella competizione globale”, ha dichiarato Engelhardt-Kopf a Euractiv.
Il trattato, in discussione da oltre vent’anni, ha sempre sollevato forti dubbi, in particolare tra gli agricoltori europei. Le principali preoccupazioni riguardano l’importazione a basso costo di carne bovina, zucchero e pollame, che potrebbe danneggiare gravemente i produttori locali. Anche in Germania, le associazioni agricole chiedono garanzie di reciprocità sugli standard ambientali e sanitari.
“La protezione dei prodotti agricoli sensibili deve essere garantita – e questo è un aspetto che stiamo sostenendo con forza a Bruxelles”, ha assicurato la rappresentante del governo tedesco, riconoscendo le richieste del settore primario.
Tuttavia, il contesto globale spinge Berlino a non rinunciare all’intesa. Le tensioni commerciali con gli Stati Uniti, l’instabilità delle catene di approvvigionamento e la competizione crescente con la Cina inducono il governo tedesco a considerare gli accordi di libero scambio come uno strumento essenziale per la tenuta economica europea.
Dall’altra parte, la Francia mantiene una linea di forte opposizione. Il ministro dell’Agricoltura Annie Genevard, in un’intervista a France Info, ha dichiarato che “non c’è una maggioranza a favore dell’adozione del trattato”, e che esiste già “una minoranza di blocco” formata da Paesi come Austria, Ungheria e Polonia. Anche altri Stati, tra cui Irlanda e Grecia, avrebbero espresso riserve formali.
Per Parigi, l’accordo con il Mercosur minaccia la competitività e la sostenibilità dell’agricoltura europea. Il timore è che i prodotti sudamericani, realizzati a costi inferiori e con standard meno stringenti, invadano il mercato comunitario, mettendo in crisi filiere locali storiche come quella della carne bovina o dello zucchero.
Il governo francese, in vista della proposta ufficiale che la Commissione europea dovrebbe presentare entro la fine di luglio, ha avviato una campagna diplomatica per rafforzare il fronte del no. Non a caso, la visita a Parigi del presidente brasiliano Lula, lo scorso 5 giugno, è stata letta da molti come un tentativo sudamericano di indebolire le resistenze francesi.
La frattura tra Berlino e Parigi riflette due approcci divergenti: da un lato, la Germania vede nel libero scambio una leva per consolidare la competitività industriale e rafforzare i legami con il Sud del mondo; dall’altro, la Francia difende un modello agricolo europeo più regolato, che valorizza la sovranità alimentare e la qualità dei prodotti.
Il tema centrale resta quello delle condizioni: le clausole sull’ambiente, sui diritti dei lavoratori e sulla lotta alla deforestazione sono oggetto di intenso negoziato. Engelhardt-Kopf ha confermato che, durante la sua missione in Brasile, affronterà anche il tema del regolamento UE sui prodotti esenti da deforestazione, entrato in vigore nel 2023, che potrebbe rappresentare un nodo cruciale nell’accordo.
Secondo fonti parlamentari europee citate da Euractiv, la Commissione intende chiudere la bozza di proposta prima della pausa estiva. Ma il testo dovrà poi passare al vaglio degli Stati membri, dove la spaccatura resta evidente. La partita è ancora aperta, e potrebbe rivelarsi decisiva per il futuro delle politiche commerciali dell’UE.
di Sandra Doria