Londra e Bruxelles, storica intesa su Gibilterra dopo la Brexit

Londra e Bruxelles, storica intesa su Gibilterra dopo la Brexit

K metro 0 – Londra – Dopo anni di incertezza e trattative complesse, il Regno Unito ha finalmente raggiunto un accordo con l’Unione Europea sul futuro di Gibilterra, il territorio britannico d’oltremare al confine con la Spagna. Si tratta di un’intesa destinata a regolare i rapporti post-Brexit nella regione e a garantire la libera circolazione

K metro 0 – Londra – Dopo anni di incertezza e trattative complesse, il Regno Unito ha finalmente raggiunto un accordo con l’Unione Europea sul futuro di Gibilterra, il territorio britannico d’oltremare al confine con la Spagna. Si tratta di un’intesa destinata a regolare i rapporti post-Brexit nella regione e a garantire la libera circolazione di persone e merci tra Gibilterra e la Spagna, evitando nuovi controlli e scongiurando lunghe attese ai confini.

Il compromesso, annunciato ufficialmente dal governo britannico, è stato salutato come “storico” sia dal ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares sia dal commissario UE Maros Sefcovic, che ha sottolineato come l’intesa apra un “nuovo capitolo” nelle relazioni tra Bruxelles e Londra. La svolta è giunta dopo un’intensa serie di incontri, culminata a Bruxelles, tra il ministro degli Esteri britannico David Lammy, il primo ministro di Gibilterra Fabian Picardo e i rappresentanti dell’UE e della Spagna.

Secondo quanto emerso, il nuovo assetto prevede un modello simile a quello adottato per i passeggeri dell’Eurostar a Londra: i viaggiatori che atterreranno all’aeroporto di Gibilterra saranno sottoposti a controlli di frontiera congiunti da parte delle autorità britanniche e spagnole. I cittadini britannici potranno poi proseguire il viaggio nell’area Schengen senza ulteriori controlli, mentre la Spagna manterrà il diritto di negare l’ingresso. Un sistema pensato per mantenere la fluidità del confine, ma che riconosce anche le prerogative di Madrid in materia di sicurezza.

Lammy ha descritto l’accordo come “una svolta” che tutela la sovranità britannica e allo stesso tempo sostiene l’economia di Gibilterra. Ha anche puntato il dito contro il precedente esecutivo conservatore, accusandolo di aver messo a rischio la stabilità economica e sociale del territorio. “Abbiamo ereditato una situazione difficile – ha detto – ma abbiamo trovato una soluzione pratica e concreta”.

Anche Fabian Picardo ha espresso soddisfazione: “Abbiamo lavorato in piena sintonia con il Regno Unito. Questo accordo risponde ai bisogni di Gibilterra e protegge le generazioni future, senza alcuna rinuncia sulla nostra sovranità”. Un punto, quello della sovranità, particolarmente sensibile: Gibilterra è territorio britannico dal 1713, ma la Spagna non ha mai rinunciato a rivendicarne il controllo. Nel 2002, un referendum locale ha visto quasi il 99% degli elettori respingere l’ipotesi di una sovranità condivisa con Madrid.

Sul piano pratico, l’intesa rappresenta un passo avanti per le oltre 15.000 persone che ogni giorno attraversano il confine per motivi di lavoro o svago. Attualmente, i residenti di Gibilterra usano carte di soggiorno e i cittadini spagnoli una semplice carta d’identità. Ma con l’imminente entrata in vigore del sistema di entrata/uscita dell’UE, si temevano lunghe code e controlli sistematici. L’accordo scongiura questo scenario, confermando un regime di frontiera semplificato.

Londra ha tenuto a chiarire che l’intesa non comporta alcuna modifica della sovranità su Gibilterra. È stata inoltre ribadita l’autonomia operativa delle installazioni militari britanniche, compreso l’aeroporto locale gestito dal Ministero della Difesa e sede di una base della RAF.

Il clima politico interno al Regno Unito, però, non è del tutto compatto. Il partito Reform UK ha duramente criticato l’intesa, definendola “una resa” da parte del governo laburista. Richard Tice, vice leader del partito, ha dichiarato: “Ancora una volta questo governo ha dimostrato disprezzo per i nostri territori d’oltremare”.

Anche i conservatori, ora all’opposizione, si sono detti scettici. L’ex ministra dell’Interno Priti Patel ha chiesto di visionare il testo completo dell’accordo per verificare che rispetti le “linee rosse” in materia di sovranità, autodeterminazione e integrità territoriale. Il partito ha inoltre ribadito l’opposizione a qualsiasi tentativo spagnolo di interferire con la libera circolazione di merci tra Gibilterra e la penisola iberica.

D’altra parte, i liberaldemocratici hanno mostrato maggiore apertura. Il loro portavoce per gli affari esteri, Calum Miller, ha affermato che l’accordo potrebbe rappresentare un passo verso un più ampio riavvicinamento commerciale con l’UE. “È fondamentale – ha aggiunto – che il Parlamento possa esaminare nel dettaglio quanto concordato”.

Gibilterra, con i suoi 32.000 abitanti su appena 2,6 miglia quadrate, resta un caso unico: legata al Regno Unito per storia e sentimento popolare, ma geograficamente e commercialmente proiettata verso la Spagna. Proprio per questo, la Brexit ha lasciato aperte questioni delicate. Lo status del confine era uno degli ultimi nodi irrisolti degli accordi di divorzio con Bruxelles.

Ora, con questa intesa, si tenta di mettere un punto fermo, almeno temporaneo, su un dossier che negli anni ha suscitato tensioni, proteste e incertezze. Il testo finale dell’accordo dovrà essere ancora formalizzato e firmato, ma tutte le parti coinvolte si sono dette fiduciose di poter procedere rapidamente alla stesura del trattato definitivo.

Resta da vedere se questa svolta basterà a rafforzare la stabilità di un’area tanto piccola quanto simbolica nel complesso mosaico geopolitico europeo. Dopo anni di negoziati, la speranza è che la ragione abbia prevalso sull’ideologia e che Gibilterra possa davvero voltare pagina.

di Sandro Doria

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