K metro 0 – Bogotà – Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, è atteso oggi a Cali, città della provincia occidentale di Valle del Cauca, per fare il punto – con vertici militari e della polizia – sull’ondata di violenza registrata negli ultimi giorni, causa della morte di almeno 8 persone in circa venti attacchi.
K metro 0 – Bogotà – Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, è atteso oggi a Cali, città della provincia occidentale di Valle del Cauca, per fare il punto – con vertici militari e della polizia – sull’ondata di violenza registrata negli ultimi giorni, causa della morte di almeno 8 persone in circa venti attacchi. Un appuntamento che, ha detto il capo dello Stato, permetterà di chiarire anche i possibili nessi con l’attentato sferrato sabato scorso contro il senatore Miguel Uribe Turbay. Lo riporta Nova.
“Ho convocato la riunione dei vertici militari e di polizia a Cali. Ci sarò”, ha scritto Petro in un messaggio pubblicato sul proprio profilo X. “Si studierà tutta l’informazione che collega il lavoro della mafia della regione con l’attentato al senatore Uribe Turbay”, ha aggiunto il capo dello Stato. Il presidente, in altri interventi pubblici e sui social, ha detto che l’esplosione di violenza, lungi dall’essere una semplice coincidenza, potrebbe essere parte di un disegno sviluppato per destabilizzare il Paese.
Di un possibile collegamento tra il tentato omicidio e gli attacchi ha parlato anche il ministro dell’Interno, Armando Benedetti, pur precisando che si tratta di un filone ancora tutto da esplorare. “Sto parlando di indicatori che ci sono stati dati, di prove, di indagini, di valutazioni che si stanno facendo, ma che non sono ancora concrete, dalle quali si potrebbe evincere che chi sta mettendo le bombe (in questi giorni) abbia a che fare con l’attentato di sabato”, ha detto Benedetti intervistato dai media locali. Da domenica 8 giugno, il giorno dopo l’attacco al senatore, le forze di sicurezza hanno denunciato almeno 19 azioni “terroristiche”, causa della morte di cinque civili e tre agenti di polizia, e del ferimento di almeno 40 persone. L’ipotesi prevalente degli inquirenti è che si tratti di un’offensiva lanciata da fazioni dissidenti delle ex Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). Nello specifico, si fa riferimento all’avvicinarsi dell’anniversario della morte di Leider Johani Noscue, guerrigliero noto con il soprannome di Mayimbù, ucciso il 13 giugno del 2022.
Il senatore Miguel Uribe Turbay, tra gli aspiranti a una candidatura presidenziale per conto del Centro democratico (Cd), è stato attaccato con colpi d’arma da fuoco mentre era impegnato in un evento politico, sabato 7 giugno, riportando tre gravi ferite, due alla testa e una alla gamba sinistra. L’aggressore, un ragazzo di 15 anni, è stato fermato al termine di uno scontro a fuoco con la scorta del senatore, mentre Uribe Turbay è stato operato d’urgenza e versa ancora in condizioni critiche, ma stabili. Al momento le indagini hanno permesso di certificare che l’arma usata per l’azione è stata acquistata nel 2022 in Arizona, Stati Uniti, ed è successivamente passata dalla Florida.
Le autorità stanno cercando di ricostruire il percorso che ha portato la pistola in Colombia e se sia stata usata per altre azioni criminali. Al tempo stesso si lavora per capire se il minorenne, che ha respinto le accuse di “porto illegale d’armi” e “tentato omicidio”, sia stato assoldato come sicario da una rete criminale. Miguel Uribe Turbay, classe 1986, è figlio di Diana Turbay, nota giornalista, sequestrata nel 1991 dal narco trafficante Pablo Emilio Escobar Gaviria, uccisa nel corse delle operazioni di del suo riscatto. Il nonno materno del senatore, Julio Cesar Turbay Ayala, è stato presidente della Colombia dal 1978 al 1982.