Baghdad capitale araba del turismo 2025, il ritorno dell’Iraq alla stabilità

Baghdad capitale araba del turismo 2025, il ritorno dell’Iraq alla stabilità

K metro 0 – Baghdad – L’Iraq prova a voltare pagina e punta sul turismo per diversificare la propria economia, fortemente legata ai proventi dell’industria petrolifera. In questi ultimi cinque anni di relativa calma e sicurezza, il Paese è tornato a sperare, provando a lasciarsi alle spalle decenni drammatici. Oggi, il comparto rappresenta circa il

K metro 0 – Baghdad – L’Iraq prova a voltare pagina e punta sul turismo per diversificare la propria economia, fortemente legata ai proventi dell’industria petrolifera. In questi ultimi cinque anni di relativa calma e sicurezza, il Paese è tornato a sperare, provando a lasciarsi alle spalle decenni drammatici. Oggi, il comparto rappresenta circa il 4% del prodotto interno lordo, ma l’obiettivo del governo guidato da Mohammad Shi’a al-Sudani è quello di raggiungere entro l’anno il 10%.

Una spinta importante, confida il Direttore Generale dell’Ente del Turismo iracheno, Naser Ghanim, arriverà dalla nomina da parte dell’Organizzazione Araba del Turismo (OTA) di Baghdad a capitale araba del turismo 2025, che ha raccolto il testimone da Sur, città costiera dell’Oman, designata nel 2024. L’intero settore è in gran fermento, spiega Ghanim. La stabilità dell’Iraq degli ultimi anni, sottolinea, sta riportando fiducia fra le imprese. “Negli ultimi due anni – fa sapere – la capacità ricettiva del Paese è aumentata”. Nella sola Baghdad, oggi punteggiata di cantieri per la costruzione di ponti, edifici residenziali e nuovi uffici, entro luglio, “apriranno altri otto nuovi alberghi di lusso”. Segno che l’ottimismo c’è. “Il numero e il livello delle strutture non è ancora ottimale – sottolinea Ghanim – ma stanno crescendo. Il governo ha infatti lanciato un piano decennale per sviluppare le infrastrutture ricettive in tutto il Paese, da Ninive a Nasiriya”.

Le Autorità irachene lavorano poi al recupero di diversi siti distrutti dall’ISIS. “Fra questi, la moschea Al-Nuri e quella del profeta Younes (Giona)”, demolite durante i due anni di occupazione di Mosul, nel Nord dell’Iraq. Altra iniziativa di rilievo, è quella che prevede “la costruzione di una città turistica nei pressi dell’antica città di Ur dei Caldei, proprio nei luoghi visitati da Papa Francesco”, in occasione dello storico incontro interreligioso avvenuto nel marzo del 2021.

“Proprio qui, nel solco di questa visita memorabile del Pontefice, il 26 aprile scorso avrebbe dovuto essere inaugurato un Centro per il dialogo interreligioso, fulcro della nuova città”. Diversi, inoltre, “i progetti di rilancio previsti per le città di Kerbala e Najaf e i siti di Babilonia e Ninive, anche grazie all’intervento del settore privato”. Investimenti, spiega ancora il Direttore Generale dell’Ente del Turismo iracheno, che provengono da partner regionali: dai Paesi arabi – in particolare dalle ricche monarchie del Golfo – ma anche da Egitto e Turchia”. La Cina non è da meno. Molti, rimarca, “gli investitori cinesi presenti nel Paese”. Anche l’Italia, sostiene, “è la ben venuta. Sia per la sua grande esperienza nel settore turistico che nei Beni culturali. “Abbiamo – conclude – tutte le carte in regola per giocare una partita, quella del rilancio del Paese quale destinazione turistica e culturale. La relativa stabilità politica e, soprattutto, la sicurezza ci stanno aiutando”. Gli fa eco il Direttore Generale delle Antichità, Ali Shalghani, che ricorda come le 24 missioni archeologiche attualmente presenti in Iraq siano per la maggior parte italiane. “Da Diwaneyya a Babilonia a Baghdad, grazie alla stabilità politica raggiunta, si lavora anche senza particolari misure di sicurezza”, sottolinea. “I legami con il mondo della ricerca e accademico italiano sono molto forti”, rimarca Al Shalghani. “L’Iraq conta migliaia di siti archeologici ancora da scoprire e musei di grande valore. Il più significativo è quello nazionale di Baghdad, considerato tra i cinque più importanti al mondo”. Ora, conclude, “la sfida è superare gli stereotipi e la percezione di insicurezza che ancora grava sul Paese”.

Banco di prova fondamentale saranno le elezioni parlamentari previste per il prossimo autunno, in cui l’attuale premier Al Soudani è atteso alla ricandidatura. Gli elettori, sostengono in molti, sceglieranno in base alla qualità dei servizi che il candidato alla guida del prossimo Esecutivo potrà offrire loro in termini di servizi, opportunità e salari. In questo contesto di innegabile stabilità, l’auspicio è che l’Iraq possa davvero guardare avanti, con l’ambizione di scrivere la propria storia.  

di Cristiana Missori

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