La Russia vuole una “zona cuscinetto” in Ucraina e punta a nuove invasioni

La Russia vuole una “zona cuscinetto” in Ucraina e punta a nuove invasioni

K metro 0 – Kiev – In un contesto in cui i fragili spiragli di pace sembrano svanire, Mosca rilancia la retorica bellica annunciando la creazione di una “zona cuscinetto di sicurezza” lungo il confine con l’Ucraina. Un messaggio ambiguo che cela, a fatica, l’intenzione di annettere nuovi territori. Le parole pronunciate giovedì da Vladimir

K metro 0 – Kiev – In un contesto in cui i fragili spiragli di pace sembrano svanire, Mosca rilancia la retorica bellica annunciando la creazione di una “zona cuscinetto di sicurezza” lungo il confine con l’Ucraina. Un messaggio ambiguo che cela, a fatica, l’intenzione di annettere nuovi territori. Le parole pronunciate giovedì da Vladimir Putin, trasmesse in parte durante una riunione online con i ministri, non lasciano molto spazio all’interpretazione: l’esercito russo starebbe avanzando in aree non ancora occupate per “proteggere il territorio russo”.

Nonostante i recenti colloqui diplomatici avviati tra le delegazioni russa e ucraina, un nuovo incontro – che secondo alcune fonti potrebbe tenersi in Vaticano – non è ancora all’orizzonte. Mosca intende prima presentare un “memorandum” che formalizzi la propria posizione negoziale. Ma intanto i fatti sul campo parlano chiaro: la guerra non solo continua, ma rischia di intensificarsi.

La minaccia lungo il confine

Secondo quanto dichiarato dal capo del Cremlino, la zona cuscinetto potrebbe riguardare in particolare la regione ucraina di Soumy, di fronte alla russa Kursk, e forse anche Karkhiv. L’obiettivo ufficiale sarebbe quello di proteggere i territori russi dai bombardamenti provenienti dall’Ucraina. Tuttavia, il rischio concreto è che ciò rappresenti il pretesto per un’espansione territoriale mascherata.

L’annuncio segue la recente visita di Putin proprio nella regione di Kursk, da cui – secondo il governo russo – l’esercito ucraino sarebbe stato cacciato dopo mesi di occupazione. Ciononostante, le regioni russe di confine (Kursk, Bryansk, Belgorod) restano esposte a quotidiani attacchi ucraini, tra droni, artiglieria e incursioni. Una realtà poco raccontata dai media russi, ma confermata da fonti locali con rapporti regolari su vittime civili.

Pressioni e minacce nei negoziati

La scelta di parlare pubblicamente della “zona cuscinetto” in questo momento non è casuale. La scorsa settimana, durante i negoziati a Istanbul, i russi avrebbero esplicitamente minacciato di invadere nuove regioni ucraine qualora Kiev non accettasse le condizioni imposte da Mosca. Il discorso di Putin rafforza questa linea: o l’Ucraina cede, oppure la guerra continua.

Il messaggio a Kiev è chiaro: ogni passo indietro da parte russa sarà solo apparente, finché non avrà ottenuto il controllo su aree ritenute “strategiche per la sicurezza nazionale”. Una strategia che sembra confermare la volontà di Mosca di congelare il conflitto su nuove linee territoriali favorevoli, piuttosto che arrivare a una pace vera.

La risposta della Finlandia: difesa totale

Intanto, a nord del teatro ucraino, la Finlandia prende molto sul serio le minacce provenienti da Mosca. Il Paese nordico, che ha recentemente aderito alla NATO, condivide 1.300 chilometri di confine con la Russia. In risposta all’incremento delle attività militari russe, Helsinki ha chiuso tutti i valichi di frontiera e lanciato una campagna di preparazione civile alla guerra.

In Finlandia, la difesa non è solo militare, ma totale. Donne di ogni età partecipano a corsi di sopravvivenza nei boschi, per imparare a resistere in caso di invasione. “Capisco meglio cosa significhi il servizio militare di mio figlio”, racconta una madre finlandese durante un’esercitazione. Il servizio militare è obbligatorio per gli uomini, ma sempre più donne scelgono volontariamente di partecipare alla difesa nazionale.

Ogni abitazione finlandese è pronta per un’emergenza: scorte alimentari e mediche per almeno un mese, radio a batterie, acqua potabile e dispositivi di comunicazione. “Siamo preparati a tutto”, afferma Reidar Wasenius, 55 anni, mostrando il suo kit di sopravvivenza domestico.

 

di Sandro Doria

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