K metro 0 – Ankara – L’organizzazione militare del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), ha deciso di sciogliersi e porre fine alla lotta armata contro lo Stato turco, ha riferito oggi l’agenzia di stampa Firat vicina al gruppo.

La decisione del PKK avrà conseguenze politiche e di sicurezza di vasta portata nella regione inclusa la vicina Siria, dove le forze curde sono alleate con quelle statunitensi.

La decisione del PKK è stata presa la scorsa settimana in un congresso tenutosi nel nord dell’Iraq, in risposta alla richiesta di scioglimento avanzata a febbraio scorso dal carcere dal leader Abdullah Öcalan.

Il presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Nechirvan Barzani, ha accolto “con favore la decisione del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) di sciogliersi e deporre le armi”. Il presidente curdo lo ha dichiarato attraverso un post su X e ha parlato di “un passo decisivo che apre una nuova pagina nella regione”. “È un segno di intesa politica e apre la strada a un dialogo autentico che rafforzi la coesistenza e la stabilità in Turchia e nell’intera regione”, ha aggiunto. Barzani ha affermato che questa svolta “crea un terreno giusto ed equo e diventa la base per una pace duratura e globale che pone fine a decenni di violenza, dolore e sofferenza e avvia la regione verso un nuovo orizzonte di sviluppo”.

L’ufficio del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il Ministero degli Esteri non hanno commentato immediatamente l’annuncio.

Il conflitto iniziato nel 1984, ha causato sinora più di 40.000 morti, il PKK è ancora classificato come gruppo terroristico dalla Turchia e alcuni dei suoi alleati occidentali.