K metro 0 – Varsavia – Entro l’autunno, ogni cittadino polacco riceverà un opuscolo con istruzioni chiare su come sopravvivere per 72 ore in caso di crisi. Lo ha annunciato il viceministro della Difesa, Cezary Tomczyk, durante un’intervista a Polsat News.

Il manuale prenderà esempio da quelli già diffusi in Svezia e Finlandia. Conterrà indicazioni pratiche non solo per affrontare emergenze militari, ma anche altre situazioni di pericolo, come blackout, disastri naturali o attacchi informatici.

Secondo Tomczyk, oggi la popolazione non è sufficientemente informata. “La società non riesce a distinguere se il suono delle sirene sia una minaccia reale, un’esercitazione o una commemorazione”, ha spiegato. Per questo motivo, il governo ritiene urgente distribuire linee guida semplici e accessibili a tutti.

Il manuale verrà recapitato direttamente nelle cassette postali di milioni di cittadini. Sarà disponibile anche in formato digitale per smartphone e computer. Il progetto coinvolge diversi organismi statali. Sin dall’inizio dell’anno, il ministero dell’Interno, quello della Difesa e il Centro per la sicurezza governativa stanno lavorando insieme per realizzare la guida. Il 28 aprile, l’ex ministro Tomasz Siemoniak aveva confermato che la prima versione del documento è pronta e presto sarà sottoposta a consultazione pubblica.

La guida conterrà istruzioni su cosa mettere in uno zaino d’emergenza, come comunicare in caso di interruzione delle reti, dove trovare rifugi sicuri e quali comportamenti adottare nelle prime 72 ore dopo una crisi.

Il governo polacco punta a rafforzare la preparazione civile in un contesto internazionale sempre più instabile. “Dobbiamo essere pronti a tutto”, ha ribadito Tomczyk. La distribuzione del manuale rientra in una più ampia strategia di sicurezza nazionale, che prevede anche esercitazioni pubbliche, campagne informative e investimenti nella difesa civile. L’obiettivo è rendere ogni cittadino un anello attivo nella catena della sicurezza. Una popolazione consapevole, secondo il governo, è anche una popolazione più resiliente.

La Polonia segue così la strada tracciata da altri Paesi europei che, negli ultimi anni, hanno ripreso a promuovere la cultura della protezione civile anche in tempo di pace.