K metro 0 – Bratislava – Manifestazioni in tutta la Slovacchia, dalla capitale Bratislava a decine di altre città, per denunciare una nuova legge approvata dal Parlamento che potrebbe limitare la libertà di espressione e ostacolare il lavoro delle organizzazioni non governative. Gli attivisti temono un pericoloso passo indietro per la democrazia. A Bratislava, centinaia
K metro 0 – Bratislava – Manifestazioni in tutta la Slovacchia, dalla capitale Bratislava a decine di altre città, per denunciare una nuova legge approvata dal Parlamento che potrebbe limitare la libertà di espressione e ostacolare il lavoro delle organizzazioni non governative. Gli attivisti temono un pericoloso passo indietro per la democrazia.
A Bratislava, centinaia di persone si sono riunite in Piazza della Libertà. Con striscioni e slogan come “No alla legge russa” e “La Slovacchia è Europa”, hanno marciato fino al palazzo presidenziale, chiedendo al presidente Peter Pellegrini di porre il veto al provvedimento. Le proteste, organizzate per venerdì anche in altre 20 città slovacche e all’estero, mirano a bloccare una legge che ricorda da vicino quella sugli “agenti stranieri” in vigore in Russia.
Il Parlamento ha approvato la misura il 17 aprile con il pieno sostegno del primo ministro populista Robert Fico, noto per le sue posizioni ostili verso le Ong. La legge impone a tutte le organizzazioni della società civile di rendere pubblici i nomi dei propri leader e di tutti i donatori che contribuiscono con oltre 5mila euro all’anno. Secondo il governo, l’obiettivo è garantire maggiore trasparenza nei finanziamenti. Ma per molti osservatori, si tratta di un attacco diretto alla libertà associativa e alla privacy.
Via Iuris, organizzazione no-profit impegnata nella difesa dei diritti civili, ha definito la legge incostituzionale. Il provvedimento, afferma, viola i diritti fondamentali tutelati dalla Costituzione slovacca e dalle norme dell’Unione europea. “Il vero scopo è stigmatizzare e limitare l’attività delle organizzazioni civiche”, sostiene l’associazione.
Il presidente Pellegrini, alleato di Fico ma in passato critico su alcune sue politiche, non ha ancora commentato ufficialmente. Ha tempo fino al 2 maggio per decidere se firmare o respingere la legge.
Le proteste si inseriscono in un clima politico sempre più teso. L’ultimo viaggio di Fico a Mosca, per incontrare il presidente Vladimir Putin, ha suscitato forti critiche in patria e in Europa. Il primo ministro slovacco prevede di tornare in Russia il 9 maggio per partecipare alla parata militare che celebra l’anniversario della vittoria sovietica sulla Germania nazista. Nessun altro leader europeo ha annunciato la propria presenza.
“Né Fico né Mosca rappresentano il nostro futuro”, urlano i manifestanti. Secondo molti, la Slovacchia sta imboccando una deriva autoritaria. In pochi mesi, il governo ha avviato una riforma dei media pubblici che potrebbe trasformare radio e TV statali in strumenti di propaganda. Ha anche presentato un emendamento al codice penale per rimuovere il procuratore speciale anticorruzione.
Fico, figura controversa nel panorama europeo, è tornato al potere nel 2023 con un programma fortemente filo-russo e anti-americano. Il suo stile di governo, sempre più vicino al modello ungherese di Viktor Orbán, preoccupa non solo le opposizioni interne, ma anche le istituzioni dell’Unione europea.