K metro 0 – Belgrado – Sono partiti questa mattina da Belgrado i 21 studenti serbi che hanno aderito alla “maratona fino a Bruxelles”. Un viaggio simbolico e fisico, lungo oltre 1.400 chilometri, per portare all’attenzione del Parlamento europeo la situazione politica e sociale in Serbia. L’arrivo è previsto per il 12 maggio, in coincidenza
K metro 0 – Belgrado – Sono partiti questa mattina da Belgrado i 21 studenti serbi che hanno aderito alla “maratona fino a Bruxelles”. Un viaggio simbolico e fisico, lungo oltre 1.400 chilometri, per portare all’attenzione del Parlamento europeo la situazione politica e sociale in Serbia.
L’arrivo è previsto per il 12 maggio, in coincidenza con una seduta del Parlamento europeo dedicata proprio alla Serbia. Gli studenti porteranno con sé lettere indirizzate ai funzionari europei. In esse, una descrizione dettagliata della situazione nel Paese, non solo legata agli ultimi mesi di proteste, ma anche agli anni precedenti, caratterizzati – spiegano – da un progressivo deterioramento democratico.
Secondo quanto riportato dall’emittente “N1”, il gruppo percorrerà oltre 100 chilometri al giorno. Lo farà in staffette, correndo a turno e accompagnato da un furgone di supporto. La maratona toccherà Croazia, Austria, Germania, Francia, Lussemburgo e infine Belgio. L’unica sosta ufficiale è prevista a Strasburgo, dove i giovani visiteranno alcune istituzioni europee prima di riprendere il cammino verso la capitale belga.
Questa iniziativa si inserisce in un contesto di forte mobilitazione in Serbia. Da dieci giorni, studenti e cittadini bloccano gli ingressi della Radiotelevisione di Stato (RTS) a Belgrado. Impediscono l’accesso ai dipendenti e interrompono la normale programmazione dell’emittente. Il presidio rappresenta una delle forme di protesta più visibili contro la gestione dei media pubblici, accusati di essere poco indipendenti e troppo vicini al governo.
Nonostante l’annuncio della presidente dell’Assemblea nazionale, Ana Brnabic, riguardo a una prossima seduta della Commissione per la cultura e l’informazione – prevista per lunedì 28 aprile – la protesta non si è fermata. L’obiettivo dell’incontro sarà avviare la procedura per un nuovo bando di selezione dei membri del Consiglio del REM, l’organismo di regolamentazione dei media elettronici. Ma per ora gli studenti non si fidano: vogliono fatti concreti prima di interrompere il blocco.
Nel frattempo, altri giovani si stanno muovendo. Studenti delle scuole superiori, provenienti da diverse città della Serbia, sono in cammino verso Novi Sad. Vogliono unirsi ai coetanei che sabato manifesteranno contro l’introduzione delle lezioni online. Una misura, secondo molti, imposta senza un adeguato confronto con studenti, genitori e insegnanti.
La protesta delle scuole si aggiunge a quella universitaria e conferma una crescente insofferenza giovanile nei confronti delle istituzioni. I ragazzi chiedono trasparenza, partecipazione e riforme vere. Il loro messaggio è chiaro: vogliono un futuro costruito sulla democrazia, sulla libertà di espressione e su un sistema educativo che li metta davvero al centro.
Mentre i maratoneti avanzano verso Bruxelles, la loro iniziativa sta attirando l’attenzione dei media internazionali e di numerose organizzazioni civili. Ogni chilometro percorso rappresenta un atto di denuncia, ma anche una speranza. Sperano che l’Europa ascolti, apra gli occhi e si faccia parte attiva nel sostenere il cambiamento che in Serbia tanti giovani stanno cercando di costruire.