K metro 0 – Nuova Delhi – Tensione alta tra India e Pakistan dopo l’attacco terroristico contro un gruppo di turisti nella regione himalayana contesa del Jammu e Kashmir, costato la vita ad almeno 26 persone, tutti indiani e un nepalese. Si tratta del più grave attacco contro civili nella regione dal 2000. Il timore
K metro 0 – Nuova Delhi – Tensione alta tra India e Pakistan dopo l’attacco terroristico contro un gruppo di turisti nella regione himalayana contesa del Jammu e Kashmir, costato la vita ad almeno 26 persone, tutti indiani e un nepalese. Si tratta del più grave attacco contro civili nella regione dal 2000.
Il timore è che si arrivi a uno scontro militare tra due Paesi, dotati entrambi di armi nucleari, e che questo porti a una destabilizzazione della regione. In relazione all’attentato, l’India ha accusato il Pakistan di sostenere gruppi terroristici nella regione, dopo che il Fronte della Resistenza ne ha rivendicato la responsabilità.
Il governo del Pakistan ha annunciato la sospensione dell’accordo di Simla del 1972, interrompendo uno dei principali riferimenti giuridici nei rapporti bilaterali con l’India. L’accordo aveva sancito l’impegno di India e Pakistan a risolvere pacificamente le loro controversie. Il trattato nacque a seguito della guerra indo-pachistana del 1971, che portò alla secessione del Pakistan orientale e alla nascita del Bangladesh. Per decenni ha rappresentato un pilastro della stabilità nel subcontinente.
Negli ultimi giorni, tuttavia, la tensione tra India e Pakistan è salita a livelli che non si registravano da decenni. Nuova Delhi accusa Islamabad di essere dietro l’attentato di Pahalgam. A rivendicare l’attacco è stato il Fronte della Resistenza, un gruppo armato poco conosciuto che, secondo l’India, maschera l’azione dei militanti islamisti di Lashkar-e-Taiba, appoggiati dai servizi segreti pachistani.
I media indiani puntano il dito anche contro il generale Asim Munir, capo dell’esercito pachistano. Pochi giorni prima dell’attacco, Munir aveva definito il Kashmir la “vena giugulare” del Pakistan, promettendo il sostegno alla popolazione musulmana locale contro il governo indiano.
Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha invitato India e Pakistan alla “massima moderazione”. In una dichiarazione rilasciata dal portavoce Stephane Dujarric, le Nazioni Unite hanno espresso “profonda preoccupazione” per la situazione e chiesto ai due governi di evitare un ulteriore deterioramento dei rapporti.
Dujarric ha precisato che Guterres non ha avuto contatti diretti con i leader dei due Paesi, ma ha ribadito la necessità di risolvere le controversie in modo pacifico e reciproco. Ha inoltre chiesto di evitare “azioni che possano peggiorare ulteriormente la tensione”, riferendosi implicitamente alla questione del Trattato sulle Acque dell’Indo.
Nonostante gli appelli internazionali, nella notte si sono registrati scontri a fuoco tra le forze armate indiane e pachistane lungo la Linea di Controllo (LoC). In risposta all’attacco di Pahalgam, l’India ha bloccato le chiuse delle dighe sul fiume Indo, minacciando una misura estrema che Islamabad ha definito “un atto di guerra”.
Se confermato, il blocco rappresenterebbe un duro colpo per il Pakistan. L’Indo è il principale fiume del Paese e una fonte vitale di acqua e energia. La sua chiusura potrebbe compromettere gravemente il settore agricolo, che nel 2023 ha rappresentato il 23,3% del PIL e nel 2022 ha occupato oltre un terzo della forza lavoro. Il comparto è già sotto pressione a causa delle nuove imposte concordate con il Fondo Monetario Internazionale, che prevedono un aumento fino al 45% delle tasse sui redditi agricoli entro la fine dell’anno.
Alcuni media indiani, tuttavia, sostengono che il governo Modi non abbia ancora bloccato effettivamente il flusso dell’Indo, pur mantenendo alta la minaccia di cancellare il trattato sulle acque firmato nel 1960.
Il Senato pachistano ha approvato all’unanimità una risoluzione che respinge le accuse di complicità nell’attentato. Presentata dal vicepremier e ministro degli Esteri Ishaq Dar, la mozione condanna anche la decisione unilaterale dell’India di sospendere il Trattato sulle Acque dell’Indo, definendola una grave violazione del diritto internazionale. Secondo Islamabad, Nuova Delhi sta sfruttando l’attentato per giustificare misure aggressive e per alimentare l’instabilità nella regione contesa del Jammu e Kashmir.