K metro 0 – Addis Abeba – Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) ha dichiarato martedì 22 aprile che sta sospendendo gli aiuti per 650.000 donne e bambini malnutriti in Etiopia a causa della mancanza di fondi. L’agenzia delle Nazioni Unite ha avvertito che 3,6 milioni di persone in Etiopia rischiano di perdere l’accesso agli aiuti
K metro 0 – Addis Abeba – Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) ha dichiarato martedì 22 aprile che sta sospendendo gli aiuti per 650.000 donne e bambini malnutriti in Etiopia a causa della mancanza di fondi. L’agenzia delle Nazioni Unite ha avvertito che 3,6 milioni di persone in Etiopia rischiano di perdere l’accesso agli aiuti alimentari nelle prossime settimane, a meno che non si riesca a reperire al più presto un nuovo sostegno finanziario.
“Il PAM è costretto a interrompere le cure per 650.000 donne e bambini malnutriti a maggio a causa dell’insufficienza dei fondi”, ha così dichiarato l’agenzia delle Nazioni Unite in un comunicato.
L’agenzia ha comunicato di aver pianificato di raggiungere due milioni di madri e bambini con assistenza nutrizionale salvavita nel 2025, ma non riuscirà a raggiungere l’obiettivo a causa di una mancanza di fondi prevista di 222 milioni di dollari tra aprile e settembre.
“L’assistenza alimentare in denaro e in natura per un milione di rifugiati si fermerà a giugno se non verranno ricevuti ulteriori finanziamenti”, ha avvisato.
Come molte agenzie umanitarie, il WFP è nel mirino dei tagli ai finanziamenti istituiti dall’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Poco dopo il suo insediamento a gennaio, Trump ha difatti firmato un ordine esecutivo che congela tutti gli aiuti esteri. Oltre alla cessazione dei programmi di aiuto sotto l’egida dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo (USAID), anche diversi Paesi occidentali hanno tagliato la loro spesa in questo settore.
Nonostante il crescente fabbisogno, dunque, il PAM “prevede di ricevere poco più della metà dei finanziamenti dello scorso anno per le sue operazioni in Etiopia”.
Conflitti, instabilità e siccità sono le ragioni principali per cui più di 10 milioni dei 130 milioni di etiopi rischiano la fame, secondo quanto dichiarato dall’Agenzia delle Nazioni Unite. Il Paese dell’Africa orientale si sta infatti riprendendo da due anni di brutale guerra civile tra le forze federali e i ribelli della regione settentrionale del Tigray, conclusasi nel novembre 2022 con almeno 600.000 vittime.
Le tensioni tra l’Etiopia e l’Eritrea, nemici di lunga data, per la ricerca di un accesso marittimo da parte di Addis Abeba, stanno nuovamente salendo, facendo temere l’insorgere di un altro conflitto nel Corno d’Africa, appena sette anni dopo il ripristino dei legami tra i due vicini.
Le continue violenze e l’instabilità nella regione etiope dell’Amhara ostacolano pertanto le operazioni umanitarie, ha dichiarato il PAM, aggiungendo che le precipitazioni al di sotto della media previste fino a maggio nel sud-est dell’Etiopia potrebbero ulteriormente aggravare le condizioni.
di Sandro Doria