Libano, Unicef: l’impatto sconvolgente della guerra sui bambini

Libano, Unicef: l’impatto sconvolgente della guerra sui bambini

K metro 0 – Roma – La guerra in Libano non ha risparmiato nessuno, ma sono i bambini a portarne le cicatrici più profonde. Secondo un recente rapporto dell’Unicef, le conseguenze del conflitto continuano a pesare sulle loro vite, anche dopo il cessate il fuoco del novembre 2024. Migliaia di bambini sono stati costretti ad

K metro 0 – Roma – La guerra in Libano non ha risparmiato nessuno, ma sono i bambini a portarne le cicatrici più profonde. Secondo un recente rapporto dell’Unicef, le conseguenze del conflitto continuano a pesare sulle loro vite, anche dopo il cessate il fuoco del novembre 2024. Migliaia di bambini sono stati costretti ad abbandonare le loro case, le scuole sono state distrutte o trasformate in rifugi, mentre ospedali e strutture essenziali hanno subito danni irreparabili.

“Questa guerra ha sconvolto la vita dei bambini, compromettendo la loro salute, interrompendo la loro istruzione e oscurando il loro futuro”, dice Akhil Iyer, rappresentante dell’Unicef in Libano.

Il conflitto non ha lasciato segni solo sui corpi, ma anche nelle menti dei più piccoli. Un’indagine dell’Unicef rivela che il 72% dei caregiver ha notato sintomi di ansia nei propri figli durante la guerra, mentre il 62% ha segnalato segni di depressione.

Anche dopo il cessate il fuoco, l’80% delle famiglie ha riscontrato solo lievi miglioramenti nello stato emotivo dei bambini. Senza un sostegno adeguato, questi bambini porteranno con sé il peso psicologico della guerra anche negli anni a venire.

Alla devastazione psicologica si aggiunge una crisi alimentare allarmante. Nelle regioni di Baalbek-Hermel e Beqaa, alcune delle più colpite dai bombardamenti, oltre la metà dei bambini sotto i due anni vive in condizioni di grave povertà alimentare. Il 51% a Baalbek-Hermel e il 45% a Beqaa, numeri in netto aumento rispetto al 28% del 2023.

La situazione non migliora tra i bambini più grandi: quasi la metà dei minori sotto i 18 anni nella Beqaa e più di un terzo a Baalbek-Hermel non ha consumato un pasto completo il giorno precedente all’indagine. A livello nazionale, il 30% dei bambini soffre di insicurezza alimentare.

La malnutrizione non è solo una questione di fame: significa crescita compromessa, sviluppo cognitivo rallentato e un futuro segnato da problemi di salute. Ogni pasto saltato oggi può tradursi in opportunità perse domani.

Anche l’istruzione, già fragile prima del conflitto, ha subito un duro colpo. Già prima della guerra, 500.000 bambini erano fuori dalla scuola a causa della crisi economica, degli scioperi e della pandemia. Oggi, il 25% dei bambini non è ancora tornato in classe, mentre durante il conflitto il tasso di abbandono scolastico ha toccato il 65%.

Le ragioni non sono solo legate alla distruzione delle scuole: per molte famiglie, l’accesso all’istruzione è diventato un lusso. Secondo l’Unicef i due terzi dei genitori con figli fuori dalla scuola indicano i costi — delle rette scolastiche, dei materiali, dei trasporti — come la principale barriera.

Ogni giorno lontano dai banchi non fa che allontanare questi bambini da un futuro migliore.

“Il tempo per agire è ora. Il Libano ha bisogno di supporto immediato per ripristinare infrastrutture vitali e garantire ai bambini le opportunità che meritano” aggiunge Akhil Iyer.

L’Unicef lancia un appello urgente alla comunità internazionale. Per il 2025, l’organizzazione ha richiesto 658,2 milioni di dollari per fornire aiuti salvavita a 2,4 milioni di persone in tutto il Paese.

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