Bangladesh, secondo l’Onu 1400 morti per le proteste del 2024

Bangladesh, secondo l’Onu 1400 morti per le proteste del 2024

K metro 0 – Ginevra – Un rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha rivelato che l’ex governo del Bangladesh, i servizi segreti e di sicurezza, insieme a elementi violenti legati al partito Awami League, hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani durante le proteste studentesche dello scorso anno. Secondo fonti

K metro 0 – Ginevra – Un rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha rivelato che l’ex governo del Bangladesh, i servizi segreti e di sicurezza, insieme a elementi violenti legati al partito Awami League, hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani durante le proteste studentesche dello scorso anno.

Secondo fonti ritenute credibili, tra il 1° luglio e il 15 agosto, fino a 1.400 persone potrebbero essere state uccise e migliaia ferite, molte delle quali colpite direttamente dalle forze di sicurezza. Tra le vittime, il 12-13% erano bambini. La polizia ha inoltre segnalato la morte di 44 ufficiali.

Le proteste sono state innescate dalla decisione dell’Alta Corte di ripristinare un sistema di quote nei lavori del servizio pubblico. Tuttavia, esse erano radicate in problemi più profondi, come la corruzione e le disuguaglianze economiche. Il governo dell’epoca ha risposto con una repressione sistematica, intensificando progressivamente l’uso della violenza per mantenere il potere.

“La risposta brutale è stata una strategia calcolata del governo per mantenere il potere di fronte all’opposizione di massa”, ha dichiarato il capo dei diritti umani delle Nazioni Unite, Volker Turk. “Ci sono ragionevoli motivi per ritenere che centinaia di esecuzioni extragiudiziali, arresti arbitrari e torture siano state eseguite con il coordinamento della leadership politica e dei vertici della sicurezza”.

Su richiesta del consigliere capo del governo ad interim, Mohammed Yunus, l’Onu ha inviato in Bangladesh una squadra di investigatori, composta da esperti di diritti umani, medici forensi e specialisti in armi. L’inchiesta ha beneficiato della collaborazione del governo provvisorio, che ha fornito accesso a documenti e testimoni.

Il rapporto documenta casi di uccisioni mirate, tra cui quella di Abu Sayed, filmato mentre implorava la polizia di sparargli con le braccia aperte. Le donne, in particolare le leader delle proteste, sono state sottoposte ad arresti arbitrari, torture e minacce, comprese aggressioni fisiche e minacce di stupro per scoraggiarle dal partecipare alle manifestazioni.

Anche i bambini sono stati bersaglio di violenze. Alcuni sono stati arrestati, torturati e detenuti in condizioni disumane. Un caso particolarmente scioccante riguarda un manifestante di 12 anni a Dhanmondi, morto per emorragia interna a causa di circa 200 pallini metallici. In un altro episodio, una bambina di sei anni è stata colpita alla testa mentre osservava le proteste dal tetto della sua casa a Narayanganj.

Il rapporto denuncia che le forze di sicurezza hanno negato cure ai manifestanti feriti, interrogato pazienti negli ospedali e sequestrato registrazioni di videosorveglianza per nascondere le prove della violenza di Stato.

Con l’indebolimento del governo, si sono verificati episodi di violenza di ritorsione contro funzionari dell’Awami League, agenti di polizia e giornalisti. Anche le minoranze religiose, tra cui indù, musulmani Ahmadiyya e indigeni delle Chittagong Hill Tracts, sono state bersaglio di abusi. Nonostante alcuni arresti, molti responsabili di questi attacchi rimangono impuniti.

Il rapporto Onu propone riforme urgenti nei settori della sicurezza e della giustizia, l’abolizione di leggi repressive e cambiamenti nella governance per garantire maggiore equità e democrazia.

“Affrontare questi orribili crimini è fondamentale per il futuro del Bangladesh”, ha dichiarato l’Alto Commissario. “Il nostro ufficio è pronto a supportare il Paese in un percorso di verità, guarigione e giustizia”.

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