Danimarca: Il capo dell’intelligence arrestato per fuga di informazioni

K metro 0 – Copenaghen – “C’è del marcio in Danimarca”, dice Marcellus, ufficiale danese, nell’Amleto di Shakespeare. Ma la notizia che il capo del Servizio di intelligence della difesa danese (DDIS), sia stato arrestato insieme ad altri tre “membri attuali ed ex”, sia del DDIS che del PET (il Servizio di sicurezza e intelligence

K metro 0 – Copenaghen – “C’è del marcio in Danimarca”, dice Marcellus, ufficiale danese, nell’Amleto di Shakespeare.

Ma la notizia che il capo del Servizio di intelligence della difesa danese (DDIS), sia stato arrestato insieme ad altri tre “membri attuali ed ex”, sia del DDIS che del PET (il Servizio di sicurezza e intelligence danese”) non è un coup de théâre shakesperiano. Ma un inquietante scandalo politico.

Lars Findsen, riferiscono i media locali, è in custodia da oltre un mese con l’accusa di rivelazione di informazioni rilevanti a potenza straniera.

Quale? Ancora non è dato sapere. Potrebbe trattarsi sia degli Stati Uniti, che com’è noto da tempo spiano i paesi occidentali (vedi lo scandalo Datagate)z, sia della Russia.

Sta di fatto che il nome di Fondsen è stato fatto in molti report di media locali compresa la radiotelevisione pubblica DR (una volta chiamata Denmarks Radio), dopo la revoca di un divieto di pubblicazione in un’udienza lo stesso giorno, quando il tribunale di Copenhaghen ha infine alzato il sipario sul caso fino ad allora poco noto.

Le accuse esatte contro Findsen non sono state rivelate. Il caso, tuttavia, riguarda fughe di informazioni riservate e le udienze sono chiuse al pubblico e ai media, ha riferito la TV danese.

Si tratterebbe, a quanto sembra, di accuse relative alla divulgazione di segreti di Stato, che rientrano nella categoria di tradimento secondo il codice penale danese e comportano una pena fino a 12 anni di carcere.

Findsen era sotto sorveglianza prima di essere arrestato, con funzionari dell’intelligence che addirittura intercettavano i suoi telefoni, secondo DR.

Parlando con i giornalisti dopo l’udienza di lunedì nella capitale Copenaghen, Findsen ha respinto le accuse definendole “folli”.

“Voglio che le accuse siano portate avanti e mi dichiaro non colpevole”, ha detto.

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