K metro 0 – Belfast – L’Alta Corte di Belfast boccia il riesame giurisdizionale sul protocollo Brexit dell’Irlanda del Nord. Una vera e propria battuta d’arresto per i richiedenti, incluso il Partito Unionista Democratico, e al contempo un sollievo per i negoziatori del Regno Unito e dell’Ue decisi ad annunciare prestoun pacchetto di nuovi accordi
K metro 0 – Belfast – L’Alta Corte di Belfast boccia il riesame giurisdizionale sul protocollo Brexit dell’Irlanda del Nord. Una vera e propria battuta d’arresto per i richiedenti, incluso il Partito Unionista Democratico, e al contempo un sollievo per i negoziatori del Regno Unito e dell’Ue decisi ad annunciare prestoun pacchetto di nuovi accordi sulla controversia relativa ai controlli Brexit sulle merci che attraversano il Mare d’Irlanda dalla Gran Bretagna all’Irlanda.
Il giudice Colton ha respinto l’argomento del DUP e di altri secondo cui il protocollo avrebbe violato i 1800 Atti dell’Unione, dichiarando che da allora “molta acqua costituzionale è passata sotto i ponti”.
La sfida “legale” era stata avviata dall’ex leader del DUP Arlene Foster; dall’ex leader dell’UUP Steve Aiken; dal leader politico di Traditional Unionist Voice, Jim Allister; da Lord Trimble, ex capo del partito unionista dell’Ulster e co-architetto dell’accordo di pace dell’accordo del Venerdì Santo di Belfast del 1998; dall’ex eurodeputato del partito Brexit Ben Habib; e dall’attivista per il congedo ed ex parlamentare laburista Kate Hoey. All’Alta Corte era stato chiesto di decidere se consentire un riesame giudiziario su vasta scala della legge concordata nel gennaio 2020 dall’Ue e dal Regno Unito come parte del pacchetto Brexit di Boris Johnson presentato agli elettori nelle elezioni generali del 2019.
Il protocollo, occorre ricordare, è la soluzione concordata che permette all’Irlanda del Nord di rimanere nel territorio doganale del Regno Unito e, al tempo stesso, di beneficiare del mercato unico. Già in una fase iniziale dei negoziati in vista del recesso del Regno Unito dall’UE, sia il Regno Unito sia l’UE avevano difatti riconosciuto la situazione unica dell’Irlanda e dell’Irlanda del Nord e di conseguenza una soluzione specifica per conciliare i diversi interessi in gioco.
In sostanza, Colton ha affermato che “un punto di partenza, basato su principi giuridici fondamentali, è che la legislazione più recente dovrebbe avere la precedenza“. La corte ha poi affermato che c’era “un vero problema in relazione al ritardo” nel portare il caso, dato che il testo del protocollo è stato concordato e pubblicato il 19 ottobre 2019 e ratificato il 29 gennaio 2020. Ha così dichiarato che “in tali circostanze qualsiasi contestazione avrebbe dovuto essere presentata entro tre mesi dalla ratifica dell’accordo”, ma che il caso era stato presentato 15 mesi dopo. Tuttavia, il tribunale ha chiarito che è stata la “sostanza delle impugnazioni” e non il ritardo a determinare la sua sentenza.
Ben Habib, uno dei ricorrenti, ha però ribattuto che i dettagli della sentenza mostrano che il protocollo “calpesta tutta la Costituzione”. I proverbiali abiti del primo ministro sono stati rimossi da questa sentenza”, ha replicato. “Il governo deve ora affrontare il modo in cui intende far quadrare le sue numerose affermazioni sull’integrità del Regno Unito con questo protocollo antisindacale; non solo l’integrità del sindacato è compromessa, ma anche quella di questa amministrazione mendace”.
La sentenza è dunque una spinta ai negoziatori del Regno Unito e dell’Ue, che dovrebbero annunciare nuovi accordi entro la prossima settimana.