UK. La campagna elettorale si sposta sui social, frattura nel Brexit Party

UK. La campagna elettorale si sposta sui social, frattura nel Brexit Party

K metro 0 – Londra – Due anni dopo che il Regno Unito si è ritrovato nell’occhio del ciclone per l’utilizzo improprio dei dati degli utenti di Facebook per le campagne elettorale e a un anno dalla richiesta dei parlamentari di sfornare riforme per proteggere la democrazia nell’era digitale, i maggiori partiti politici del Paese

K metro 0 – Londra – Due anni dopo che il Regno Unito si è ritrovato nell’occhio del ciclone per l’utilizzo improprio dei dati degli utenti di Facebook per le campagne elettorale e a un anno dalla richiesta dei parlamentari di sfornare riforme per proteggere la democrazia nell’era digitale, i maggiori partiti politici del Paese stanno bombardando gli elettori con messaggi fuorvianti sui social network.

Il partito conservatore ha pubblicato un video ritoccato in cui sembra che un leader dell’opposizione sia rimasto senza parole alla domanda sulla propria posizione sulla Brexit, poi lo stesso partito – dopo un dibattito tra i leader – ha deciso di rimodellare il proprio sito e indirizzarlo verso la promozione di notizie attendibili e verificate. Lo stesso ha fatto il partito laburista che ha lanciato un sito chiamato The Insiders, che chiede agli elettori di “fidarsi solamente dei fatti”. Le leggi elettorali del Regno Unito, come quelle di molti altri Paesi, sono state scritte per la maggior parte prima dell’arrivo di internet. Per questo, molto spesso, le campagne social non seguono regole precise e possono essere sfruttate a proprio favore dai politici che con la tecnologia sono cresciuti. La Russia nel 2016 è riuscita a sfruttare alcune ‘falle’ nel sistema per influenzare le presidenziali negli Stati Uniti ma nel 2019 la storia è che i partiti politici britannici stanno spingendo essi stessi sempre più in là i limiti della verità, della trasparenza e della realtà. Il consiglio sui media della Camera dei Comuni lo scorso anno ha invocato modifiche alle leggi elettorali, ormai obsolete per il XXI secolo. Nei diciotto mesi successivi si è aperta una vera e propria caccia alla fake news e ai contenuti manipolati nelle campagne politiche, alimentata dalle preoccupazioni di un coinvolgimento della Russia nelle elezioni occidentali. Il lavoro delle autorità ha portato alla scoperta di come Cambridge Analytica, società di consulenza, utilizzò i dati degli utenti di Facebook per individuare i possibili elettori durante la campagna elettorale di Donald Trump.

Intanto, il Brexit Party guidato da Nigel Farage, il primo partito britannico nelle elezioni europee di inizio anno, ha visto l’uscita di quattro membri che hanno accusato Farage di aver messo a rischio il progetto di uscita del Paese dall’Unione europea. I quattro facevano parte dei 29 membri eletti per la nuova legislatura europea a maggio ma non avrebbero approvato l’intenzione del loro leader di dirottare voti verso il partito conservatore. Annunziata Rees-Mogg, una dei quattro, ha parlato così della faccenda: “Ritengo assolutamente incredibile e tragico che il Brexit Party, con tante belle persone che si battono per una causa, stia esso stesso mettendo a rischio la buona riuscita della Brexit”. Il partito ha accusato il quartetto di essere in combutta con i conservatori, evidenziando come il fratello di Rees-Mogg faccia parte della squadra di Johnson al governo.

Per quanto riguarda la cronaca, invece, nella giornata di giovedì, la Corte d’Appello di Londra ha assolto tre uomini che erano finiti in prigione circa 50 anni fa a seguito della confessione di un agente di polizia corrotto – uno dei tanti casi riguardanti uomini di colori poi contestati. Il giudice Ian Burnett ha annullato la condanna per Winston Trew, Sterling Christie and George Griffiths, che all’epoca dell’arresto avvenuto dopo una perquisizione avevano dai 19 ai 23 anni. Gli uomini hanno sempre ribadito la propria innocenza e dichiarato di esser stati incastrati da un investigatore British Transport Police, la cui carriera è finita in mal modo. E’ solo uno degli arresti controversi avvenuti nel 1970 e ordinati da Derek Ridgewell, poi accusato di furto di sacchi postali e morto in prigione nel 1982.

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