K metro 0 – Pyongyang – Una vera e propria epurazione quella voluta da Kim Jong-un a seguito del fallimento del secondo summit con gli USA ad Hanoi, a fine febbraio. Il dittatore nordcoreano, infatti, con una decisione tra staliniana e medioevale, ha ordinato di far giustiziare i funzionari ritenuti responsabili del fallimento delle trattative:
K metro 0 – Pyongyang – Una vera e propria epurazione quella voluta da Kim Jong-un a seguito del fallimento del secondo summit con gli USA ad Hanoi, a fine febbraio. Il dittatore nordcoreano, infatti, con una decisione tra staliniana e medioevale, ha ordinato di far giustiziare i funzionari ritenuti responsabili del fallimento delle trattative: il capo negoziatore Kim Hyok-chol è stato fucilato a marzo, insieme ad altri 4 funzionari del ministero degli Esteri. Hyok-chol, già interlocutore, nella trattativa, dello statunitense Sthephen Begun, è stato addirittura accusato di aver fatto, in realtà, la spia per gli americani; mentre Kim Yong-chol, ex braccio destro di Kim, è finito in un campo di rieducazione. Il supremo leader non ha risparmiato neanche l’onnipresente sorella minore Kim Yo-jong, alla quale “è stato consigliato di tenere un basso profilo”.
L’informazione arriva da Seul, lanciata dal “Chosun Ilbo”, il più diffuso quotidiano della Sud Corea, ed è stata ripresa da ANSA e varie testate quotidiane. Il giornale sudcoreano riportava che, oltre alle 5 esecuzioni avvenute da marzo ad oggi, vi sono state altre conseguenze e punizioni per altri negoziatori. Kim Yong-chol, 72 anni, il gerarca che aveva preparato il vertice discutendo con Mike Pompeo e incontrando Trump alla Casa Bianca, come dicevamo è finito in un campo di lavoro e rieducazione ideologica, nella provincia di Yagang (in effetti, all’incontro di aprile scorso, a Vladivostok, tra il dittatore nordcoreano e il presidente russo Putin, non c’erano né lui, né la sorella del “Supremo leader”). Shin Hye Yong, l’interprete di Kim Jong-un ad Hanoi, invece, è in carcere con l’accusa di aver danneggiato l’autorità del Supremo Maresciallo e fatto fallire il vertice facendo un «errore critico di traduzione»: esattamente, la donna non avrebbe tradotto la nuova proposta del dittatore quando Trump aveva annunciato che non c’era “nessun accordo”, decidendo così di lasciare il vertice. In un campo di lavoro e rieducazione è finita anche Kim Song- Hye, altra esponente della “Nomenklatura” nordcoreana, membro del Dipartimento del “Fronte Unito”.
Il «Chosun Ilbo» cita una fonte nordcoreana come base del suo articolo pubblicato il 31 maggio; e in questi giorni, il “Rodong Sinmun”, quotidiano ufficiale del regime nordcoreano, si dilunga negli attacchi ai traditori, responsabili di “atti antipartito” e “antirivoluzionari”. Al momento, però, i servizi segreti di Seul si rifiutano di confermare o smentire la notizia, e questo lascia perplessi: dato che in passato la stampa sudcoreana, al contrario, ha dato per certa la morte per esecuzione di alcuni personaggi nordcoreani, che poi invece si sono rivelati essere vivi (in particolare, una cantante «ex preferita» di Kim e il Capo delle forze armate, i quali invece godono ancora oggi di ottima salute). Secondo gli analisti, la stampa sudcoreana quando scrive di Nord Corea cerca sempre notizie a sensazione, difficili da verificare, vista la chiusura ermetica di Pyongyang. E le loro fonti potrebbero essere «intossicate» dai servizi segreti per giochi oscuri di potere, o, più semplicemente, per screditare la stampa.
Alla richiesta dei giornalisti di commentare le notizie da Pyongyang, il Segretario di Stato USA Mike Pompeo ha risposto laconicamente “Ho saputo quelle notizie. Stiamo verificando”.