K metro 0 – Kiev – Mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di essere disposto a dimettersi se ciò potesse garantire l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, secondo il “New York Times”, starebbe per decidere la possibile sospensione o cancellazione degli aiuti militari all’Ucraina, comprese le forniture già pagate dall’amministrazione Biden. Se fosse confermata questa notizia del “New York Times” la tensione tra Ucraina e Stati Uniti sarebbe inevitabilmente destinata a crescere.

Nel frattempo, il presidente ucraino sta lavorando attivamente con gli alleati europei per definire “posizioni comuni” da presentare agli Stati Uniti riguardo ai rapporti con la Russia. “La nostra priorità è raggiungere una pace solida e duratura e un buon accordo per porre fine alla guerra”, ha dichiarato Zelensky dopo l’incontro con i partner europei a Londra. Ha poi aggiunto che l’Ucraina sta ascoltando i segnali provenienti dai suoi alleati e che il sostegno internazionale rimane essenziale per mantenere alta la pressione sulla Russia. “Sentiamo un forte sostegno per l’Ucraina, per il nostro popolo – sia soldati che civili – e per la nostra indipendenza”.

Anche se da Londra ai microfoni di “Times Radio” il ministro delle forze armate britannico, Luke Pollard, nonostante l’annuncio di ieri del premier Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron, ha chiarito che “non è stato raggiunto alcun accordo su come dovrebbe apparire la tregua”.  La versione è stata confermata all’Afp da un funzionario britannico, che ha ammesso che «non è stata concordata la tregua di un mese”.

In un’intervista rilasciata all’emittente “Sky News”, Zelensky ha spiegato: “Se l’Ucraina entra nella Nato, significa che ho compiuto la mia missione”. Tuttavia, ha sottolineato che la sua sostituzione non sarebbe affatto semplice: “Non basta semplicemente tenere delle elezioni, dovrebbero impedirmi di partecipare. Sarebbe più complicato”.

Zelensky ha ribadito con fermezza che la strada verso la fine della guerra con la Russia è ancora lunga e complessa. Qualsiasi accordo per porre fine al conflitto, ha detto, deve essere “onesto, equo e stabile”, aggiungendo che l’Ucraina non accetterà mai l’annessione dei territori occupati dalla Russia, che considera “occupazioni temporanee”: “I nostri territori e i nostri valori non sono in vendita. Le nostre libertà non sono in vendita. Stiamo pagando un prezzo altissimo per difendere ciò che ci appartiene”. Ha poi insistito sull’importanza di garanzie di sicurezza concrete per evitare future aggressioni russe, sottolineando che qualsiasi accordo dovrà includere risposte forti e coordinate da parte dei partner internazionali.

Nonostante le divergenze emerse durante l’incontro con Trump, Zelensky ha cercato di minimizzare le tensioni: “Mi piacerebbe molto che il presidente Trump sentisse le cose direttamente da me e che io le sentissi direttamente da lui. Sarebbe più semplice con un dialogo diretto”. Zelensky ha evidenziato l’importanza di mantenere un confronto aperto e costruttivo con gli Stati Uniti, rimarcando che “tutto ciò che vogliamo dai nostri partner è un dialogo sincero e la consapevolezza di chi è l’aggressore”.

Dall’altra parte del dibattito, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha criticato apertamente le decisioni prese dai leader europei. Su X ha scritto: “Hanno deciso che l’Ucraina deve continuare a combattere. È una scelta pericolosa e sbagliata”. L’Ungheria, ha concluso, “rimane dalla parte della pace”.