Identità ucraina. Storia del movimento nazionale dal 1800 a oggi, di Simone Attilio Bellezza, Editori Laterza

Identità ucraina. Storia del movimento nazionale dal 1800 a oggi, di Simone Attilio Bellezza, Editori Laterza

K metro 0 – Roma – Prima del 24 febbraio 2022 poco si sapeva dell’Ucraina. Era un pezzo di Europa lasciata ai margini della storia e della politica, preda e predata dalla vicina Russia, nell’indifferenza generale. Sia nell’informazione mainstream che nelle relazioni internazionali. Dopo il 24 febbraio 2022, a causa anche di questo deficit  di conoscenza, è

K metro 0 – Roma – Prima del 24 febbraio 2022 poco si sapeva dell’Ucraina. Era un pezzo di Europa lasciata ai margini della storia e della politica, preda e predata dalla vicina Russia, nell’indifferenza generale. Sia nell’informazione mainstream che nelle relazioni internazionali. Dopo il 24 febbraio 2022, a causa anche di questo deficit  di conoscenza, è stata tutta una rincorsa alle tesi più stravaganti, per lo più alimentate dalla propaganda di Mosca. A fare luce sulle vicende ucraine, dagli albori, il libro del professor Simone Attilio Bellezza, docente di Storia Contemporanea all’Università del Piemonte Orientale.

“Identità Ucraina” non è il primo degli studi che il professor Bellezza dedica alla nazione ucraina. Sempre nel tentativo di recuperare un percorso storico essenziale alla comprensione di quanto sta accadendo in questi ultimi anni. I suoi precedenti volumi- “Il tridente e la svastica. L’occupazione nazista in Ucraina orientale” e “Il destino dell’Ucraina. Il futuro dell’Europa”- rappresentano i passaggi necessari per questo terzo step  dedicato proprio all’identità ucraina. Una identità latente sin dagli albori della storia europea ma che si è risvegliata  dal sonno sovietico e nei suoi connotati democratici, con la Rivoluzione arancione del 2004 guidata da Viktor Juscenko e Julija Tymosenko per poi esplodere sempre ad Euromaidan dieci anni dopo con la Rivoluzione della Dignità. Una piazza Maidan che è diventata il destino di questa nazione, divenuta  stato solo recentemente, ma che si è sempre riconosciuta in sè stessa, benché oppressa, dilaniata e divisa.

Ad Euromaidan, gli studenti, i giovani, gli intellettuali, i lavoratori in occupazione permanente contro le cariche della polizia , recuperarono la mitologia cosacca ,presentandosi  come gli eredi dei contadini guerrieri e democratici che eleggevano il proprio sovrano e si opponevano, ribellandosi, ai conquistatori stranieri. Un libro, quello del professor Bellezza, che nasce per coprire un vuoto di conoscenza, diventato evidente dopo il tentativo di invasione del 24 febbraio del 2022. Le radici della nazione ucraina affondano nella notte della storia, ma diventano evidenti, al pari di altri movimenti nazionali europei, nel corso dell’ottocento. Un movimento patriottico che ha scontato l’influenza del pensiero mazziniano e del nazionalismo democratico della Giovane Europa. Una influenza che si ricollega alla civiltà cosacca, al mito  di una nazione di singoli uguali che eleggono il proprio capo. Un legame che è diventato un fortissimo elemento identitario che percorre la storia della nazione ucraina, con l’eccezione- scrive Bellezza- del periodo della radicalizzazione di estrema destra degli anni Trenta del ventesimo secolo.

Il volume spazia dai primi vagiti del nazionalismo medievale  Rus’ di Kyiv fino ai giorni nostri, accompagnandoci in una serie di snodi storici, dagli Imperi alla Rivoluzione d’ottobre, dallo stalinismo al ruolo dell’Holodomor, al radicalismo di Bandera, l’epoca brezneviana ed infine le riforme gorbacioviane che hanno spalancato le porte alla rivoluzione arancione e al definitivo taglio del cordone ombelicale con la Russia. Un filo rosso lega, secondo il professor Bellezza, i diversi passaggi della “nazione” ucraina ed è l’idea degli irrinunciabili diritti umani ed individuali ai quali il movimento nazionale ucraino ha fatto sempre riferimento ad eccezione della ” sbandata” filo nazista degli anni Trenta. Giustificata dal tentativo di scrollarsi di dosso il peso coloniale russo e sovietico. Un irredentismo, quello ucraino, esaltato dalle tre vicende che hanno segnato gli ultimi vent’anni. La Rivoluzione arancione del 2004, Euromaidan del 2013/2014 ed infine la reazione all’invasione del 2022.

Tre vicende che hanno recuperato il mito della democrazia cosacca in perenne contrapposizione contro i conquistatori. E i conquistatori oggi sono i russi. L’alterità politico e culturale rispetto ai vicini è totale. Là dove Putin e la sua cerchia puntano a realizzare un impero euroasiatico alternativo al  corrotto occidente, gli ucraini si propongono come i custodi dei valori democratici, liberali, europei ed occidentali, accentuando il distacco dalla Russia e dalla sua cultura, a cominciare dalla lingua. Uno scontro con la Russia nel corso del quale l’Ucraina ha acquisito forza, carattere, uno status internazionale e un pantheon di eroi “nazionali”. Se l’intenzione di Putin era quella di disintegrare lo stato fallito di Ucraina, l’obiettivo è stato frustrato  ed oltre che con lo Stato adesso deve fare i conti con la Nazione ucraina. ” Da sempre la Russia riscrive la storia dei popoli sottomessi, assimilando con la forza le loro culture e marchiando  i territori conquistati con monumenti e simboli per rivendicarne il dominio eterno”. Oggi quei monumenti sono stati tutti abbattuti. 

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Rossana Livolsi
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