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Gb, migranti: minori albanesi scomparsi, boom delle richieste di asilo

K metro 0 – Londra – Preoccupante questioni umanitarie nel Regno Unito: circa il 20% dei minori migranti non accompagnati provenienti dall’Albania che sono stati accolti quest’anno dal Kent County Council, che governa la maggior parte della Contea del Kent, è scomparso, informa la BBC. Esattamente, l’autorità locale del Kent ha accolto, sino al 31 ottobre

K metro 0 – Londra – Preoccupante questioni umanitarie nel Regno Unito: circa il 20% dei minori migranti non accompagnati provenienti dall’Albania che sono stati accolti quest’anno dal Kent County Council, che governa la maggior parte della Contea del Kent, è scomparso, informa la BBC. Esattamente, l’autorità locale del Kent ha accolto, sino al 31 ottobre scorso, 197 bambini albanesi, 39 dei quali sono scomparsi.

Every Child Protected Against Trafficking (Ecpat UK), organizzazione umanitaria britannica che si batte per i diritti dei bambini proteggendoli anzitutto dallo sfruttamento schiavistico e/o sessuale, ritiene le cifre molto preoccupanti: i dati sono stati ottenuti dalla prestigiosa testata Bbc news tramite richiesta ufficiale basata sul Freedom of Information Act (la legge che tutela libertà d’informazione e diritto d’accesso agli atti amministrativi: nel Regno Unito, peraltro, introdotta solo nel 2000, assai più tardi che in USA e Australia).

Il Consiglio di Contea del Kent, (organo accostabile, in parte, al nostro Consiglio regionale), da parte sua, afferma di aver lavorato a stretto contatto col Ministero dell’Interno e  Scotland Yard, per salvaguardare i bambini vulnerabili. Precisa appunto che 197 bambini albanesi, accolti presso l’Unità di assunzione del Kent del Ministero dell’Interno, sono stati affidati alle sue cure tra il 1° gennaio e il 31 ottobre, e che, al 7 novembre, 39 risultavano dispersi: alcuni di quei ragazzi in realtà avrebbero già compiuto 18 anni. Intanto, un portavoce del governo ha affermato di aver preso “estremamente sul serio” la questione dei fanciulli scomparsi, e che lavora “a stretto contatto con le autorità locali per garantire il sostegno dei bambini vulnerabili”.

I dati del governo raccolti dall’emittente britannica mostrano che, nel 2022, 44.122 persone hanno attraversato la Manica su piccole imbarcazioni (l’anno scorso erano state 28.461, nel 2020 8.404). Ciò ha contribuito anzitutto al sovraffollamento del centro di lavorazione di Manston nel Kent: che a un certo punto, con circa 4.000 persone, conteneva più del doppio della sua capacità. Da parte del Kent County Council (che sicuramente si è sentito sotto pressione negli ultimi anni), comunque, non sapere dove si trovino 39 dei bambini albanesi di cui doveva prendersi cura non è ammissibile. Il Consiglio – che dice che può esser molto difficile evitare che alcuni bambini scompaiano – sta cercando, informa ancora la BBC, di identificare coloro che potrebbero essere a rischio di sfruttamento. Ricorrendo anche al National Referral Mechanism (Meccanismo Nazionale di Riferimento), istituito dopo che il Governo britannico ha ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa sull’azione contro la tratta di esseri umani (ECAT), entrata in vigore il 1° aprile 2009: un quadro attraverso il quale vengono identificate le potenziali vittime di tratta nel Regno Unito, in modo che possano essere sostenute e protette. E quando verranno trovati bambini scomparsi, precisa ancora il Kent County Council, effettuerà un debriefing per vedere se dall’accaduto si possano trarre lezioni; mentre, nell’immediato, sta moltiplicando gli sforzi per ritrovare i minori spariti. “Siamo davvero preoccupati che siano a rischio di sfruttamento o che siano stati effettivamente oggetto di tratta”, ha sottolineato Laura Durán, responsabile della politica, della difesa e della ricerca per Ecpat UK: definendo “veramente alto” il numero di bambini scomparsi. Bambini che, ha aggiunto, potrebbero “affrontare lo sfruttamento del lavoro in diversi settori come l’edilizia o gli autolavaggi; potrebbero essere sfruttati criminalmente nella distribuzione di droga o nelle fattorie di cannabis, oppure… sfruttati sessualmente”.

Quest’anno più di 12.000 migranti dall’Albania hanno raggiunto il Regno Unito in barca, con un aumento enorme rispetto al 2021; il problema è stato evidenziato ultimamente dal ministro dell’Immigrazione, Robert Jenrick. Ma, sempre nel “capitolo immigrazione”, a turbare i sonni dei governanti britannici non c’è solo la piaga dei minori scomparsi: tra i richiedenti asilo arrivati ​​di recente, infatti, desta preoccupazione anche il crescente numero di casi di difterite riscontrati dal National Health Service. Mentre il discusso “Piano Ruanda” dell’esecutivo è temporaneamente bloccato, in attesa d’una decisione definitiva dei tribunali: dopo esser stato oggetto delle tante critiche – con azioni legali promosse specialmente da enti di beneficenza e gruppi elettorali – e delle accuse di incostituzionalità. Nella primavera scorsa, infatti, il Regno Unito si è accordato con il Ruanda per poter inviare sul suo territorio immigrati clandestini, per il periodo necessario all’esame del loro status. Il Governo di Sua Maestà sostiene che questo scoraggerà dal proseguire quelle persone che arrivano nel Regno attraverso “metodi illegali, pericolosi o non necessari”, e il Ruanda percepisce un pagamento da Londra, per accogliere i “bussanti” e ospitare il processo per il diritto d’asilo. Ma – punto essenziale da chiarire, in quanto, diremmo, vera stranezza giuridica – anche in caso di accoglimento delle domande di asilo, i rifugiati rimarrebbero in Ruanda: la misura preoccupa non poco la comunità ucraina rifugiata in Inghilterra poco dopo lo scoppio del conflitto con la Russia.

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