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Clima: ‘battaglia’ sull’acqua delle Alpi, i gas serra segnano un nuovo record

K metro 0 – Zurigo – Le acque cristalline delle Alpi potrebbero essere sempre più contese quando il cambiamento climatico e lo scioglimento dei ghiacciai influenzeranno la vita di decine di milioni di persone nei prossimi anni. L’Italia le pretende difatti per l’irrigazione delle colture in primavera e in estate; le autorità svizzere vogliono invece

K metro 0 – Zurigo – Le acque cristalline delle Alpi potrebbero essere sempre più contese quando il cambiamento climatico e lo scioglimento dei ghiacciai influenzeranno la vita di decine di milioni di persone nei prossimi anni. L’Italia le pretende difatti per l’irrigazione delle colture in primavera e in estate; le autorità svizzere vogliono invece trattenerle per garantire il funzionamento delle loro centrali idroelettriche quando necessario.

E così, per la prima volta in quattro anni, gli inviati dei governi di otto Paesi alpini – grandi, piccoli e minuscoli – si riuniscono a Briga, nella Svizzera meridionale, in un raggruppamento noto come Convenzione delle Alpi, istituito 30 anni fa per aiutare a coordinare la vita, il tempo libero e le limitate risorse delle vette più celebri d’Europa.

Con il riscaldamento globale che nel 2022 ha provocato un calo drammatico dei ghiacciai alpini, soprattutto in Svizzera, la questione dell’acqua congelata sulle montagne, piovuta e nevicata su di esse, sta diventando sempre più cruciale. I sostenitori dell’ambiente affermano che la lotta per l’’oro blu’ non è affrontata come dovrebbe e chiedono ai Paesi alpini di fare di più e presto per discutere del futuro di questa risorsa.

La “9a relazione sullo stato delle Alpi” – redatta dai padroni di casa svizzeri e che sarà approvata oggi – rileva che l’approvvigionamento idrico è una “questione particolarmente urgente” perché le Alpi sono un’enorme riserva d’acqua, che alla fine scorre a beneficio di circa 170 milioni di persone lungo alcuni dei fiumi più famosi d’Europa, tra cui il Danubio, il Po, il Reno e il Rodano.

“L’approvvigionamento di acqua potabile, la produzione industriale, la produttività agricola, l’energia idroelettrica e altri usi richiedono tutti una disponibilità costante di acqua alpina”, si legge in una bozza quasi definitiva del rapporto, resa pubblica dall’Associated Press. “Il cambiamento climatico mette sotto pressione queste funzioni, poiché i ghiacciai si stanno ritirando e i regimi di precipitazione cambiano continuamente”.

Kaspar Schuler, direttore di CIPRA International, una commissione dedicata alla protezione delle Alpi con sede nel piccolo Liechtenstein, ha auspicato “scambi approfonditi su come proteggere il ciclo dell’acqua nelle Alpi” e suggerito ai Paesi della regione di condividere le migliori pratiche e idee.

Nel frattempo d’Agenzia meteorologica dell’ONU ha dichiarato che i gas serra hanno raggiunto un nuovo record nel 2021, definendo il dato un segnale “inquietante”, giacché che negli ultimi mesi la guerra in Ucraina, l’aumento dei costi di cibo e carburante e altre preoccupazioni si sono aggiunte a quelle di vecchia data sul riscaldamento globale.

Tra i tre principali tipi di gas a effetto serra – anidride carbonica, metano e protossido di azoto – il balzo maggiore tra il 2020 e il 2021 è stato quello del metano, le cui concentrazioni nell’aria hanno registrato il maggior incremento annuale da quando sono iniziate le misurazioni regolari quattro decenni fa, ha dichiarato l’OMM. “Il continuo aumento delle concentrazioni dei principali gas che intrappolano il calore, compresa l’accelerazione record dei livelli di metano, dimostra che stiamo andando nella direzione sbagliata”, ha dichiarato ad AP il Segretario generale dell’OMM Petteri Taalas. Entro il 2030 le emissioni aumenteranno del 10,6% rispetto ai livelli del 2010, con una leggera diminuzione rispetto al 13,7% stimato l’anno scorso.

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