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Usa, la Corte Suprema verso il divieto di aborto

Usa, la Corte Suprema verso il divieto di aborto

K metro 0 – Washington – Un balzo indietro di 50 anni, lo ha definito Bill Gates, che sostiene “il diritto delle donne a decidere”. Una importante decisione potrebbe arrivare presto dalla Corte Suprema americana. Una reazione a caldo, dopo la rivelazione, da parte del sito web americano “Politico”, di una bozza di parere della

K metro 0 – Washington – Un balzo indietro di 50 anni, lo ha definito Bill Gates, che sostiene “il diritto delle donne a decidere”. Una importante decisione potrebbe arrivare presto dalla Corte Suprema americana.

Una reazione a caldo, dopo la rivelazione, da parte del sito web americano “Politico”, di una bozza di parere della Corte Suprema orientata a ripudiare il diritto di aborto, sancito nel 1973 da una storica sentenza della corte costituzionale USA: il caso Roe contro Wade del 1973 che legalizzò l’aborto a livello nazionale.

Non è chiaro se la bozza rappresenti l’ultima parola della corte sulla questione.

La bozza di parere è firmata dal giudice Samuel Alito, membro della maggioranza conservatrice (6 contro 3) della corte. I 4 giudici nominatsi dai Repubblicani (Clarence Thomas, Neil Gorsuch, Brett Kavanagh e Amy Coney Barrett) hanno votato con Alito, anche lui nominato dall’ex presidente George W. Bush.

La corte, che dovrebbe pronunciarsi sul caso prima della scadenza del suo mandato a fine giugno, non ha rilasciato commenti. E l’autenticità della bozza pubblicata da “Politico”, che risale a febbraio, resta da confermare.

La bozza suggerisce che quando i giudici si sono incontrati in privato poco dopo le discussioni sul caso, il 1° dicembre scorso, almeno cinque hanno votato per annullare la sentenza Roe v. Wade e ad Alito è stato assegnato il compito di redigere il parere di maggioranza della Corte.

«La conclusione ineludibile – scrive il giudice Alito – è che il diritto all’aborto non è profondamente radicato nella storia e nelle tradizioni della nazione. Al contrario, una tradizione ininterrotta di proibire l’aborto sotto pena di una sanzione penale è persistita dagli albori del diritto consuetudinarii fino al 1973».

Prima della sentenza Roe v. Wade, l’aborto era disciplinato da ciascuno Stato dell’Unione, con legge propria. In almeno 30 Stati non poteva essere praticato in nessun caso. In 13 Stati era legale nei casi di: pericolo per la donna, stupro, incesto o malformazioni fetali. In 3 Stati era legale solo in caso di stupro e di pericolo per la donna. In 4 Stati unico requisito legale era la richiesta della donna.

La decisione della Corte, del 1973, che legalizzava l’aborto, venne presa con una maggioranza di 7 giudici a favore e 2 contrari.

Oggi, la composizione della corte costituzionale negli USA è a prevalenza conservatrice. E la controversa bozza di parere, arriva nel mezzo di una spinta legislativa per limitare l’aborto in diversi Stati a guida repubblicana – l’Oklahoma è il più recente – anche prima che la corte emetta la sua decisione.

Col ritorno del divieto d’aborto, secondo i suoi critici, il peso delle nuove restrizioni graverà soprattutto sulle donne a basso reddito.

I politici di entrambi gli schieramenti stanno già sfruttando il clima di contrapposizione polemica sull’argomento per raccogliere fondi e stimolare i loro sostenitori.

«Se la Corte suprema ribalterà la sentenza Roe v. Wade, spetterà ai nostri dirigenti eletti a tutti i livelli di governo proteggere il diritto della donna a scegliere e spetterà agli elettori eleggere dirigenti pro scelta in novembre». alle elezioni di “Midterm” ha dichiarato il presidente Joe Biden. Un presidente pro aborto, nonostante sia un fervente cattolico…

Tuttavia, sulla questione dell’aborto più in generale, gli americani hanno atteggiamenti sfumati. Molti non pensano che dovrebbe essere consentito dopo il primo trimestre di gravidanza o che le donne dovrebbero ottenere un aborto legale per qualsiasi motivo.

Manifestanti di entrambi gli schieramenti politici si sono radunati fuori dalla Corte Suprema sventolando cartelli.

I due principali esponenti democratici del Congresso, la presidente della Camera Nancy Pelosi e il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer, hanno affermato: «Se la bozza di parere è autentica, la Corte Suprema è pronta a infliggere la più grande restrizione dei diritti negli ultimi cinquant’anni, non solo sulle donne ma su tutti gli americani».

La governatrice di New York, Kathy Hochul (Democratica) ha detto che chi vuole abortire potrebbero recarsi nel “nostro Stato (dove) l’aborto sarà sempre sicuro e accessibile”.

Le decisioni sul diritto di aborto potrebbero dunque tornare nelle mani degli Stati, come “avrebbe dovuto sempre essere”, ha affermato Becky Currie (pasrlamentare del Mississippi).

Anche il Congresso potrebbe agire, sebbene un disegno di legge che inserirebbe i diritti delle donne tutelati dalla sentenza Roe v. Wade, si è bloccato al Senato dopo essere passato alla Camera l’anno scorso con i soli voti dei Democratici.

«Il diritto di scelta di una donna è fondamentale – ha detto il presidente BIden – la sentenza Roe v. Wade non deve essere ribaltata». E ha aggiunto che il governo sarà pronto a intervenire non appena la sentenza sarà diffusa.

Non è ancora chiaro come si schiererà il presidente della Corte costituzionale, John G. Roberts, anche lui nominato da George w. Bush nel 2006 e considerato un moderato.

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