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OPEC+, valuta l’aumento della produzione di petrolio

K metro 0 – New York – L’OPEC+, formata da membri OPEC guidati dai sauditi e con alleati esterni anch’essi produttori di petrolio, guidati dalla Russia, stanno valutando durante una riunione online, se aumentare la produzione di petrolio di 400.000 barili al giorno a partire ad aprile. Da luglio scorso, la coalizione ha aggiunto infatti,

K metro 0 – New York – L’OPEC+, formata da membri OPEC guidati dai sauditi e con alleati esterni anch’essi produttori di petrolio, guidati dalla Russia, stanno valutando durante una riunione online, se aumentare la produzione di petrolio di 400.000 barili al giorno a partire ad aprile.

Da luglio scorso, la coalizione ha aggiunto infatti, una quantità di petrolio ogni mese per ricompensare gradualmente i forti tagli alla produzione effettuati dal 2020, all’inizio della pandemia di Covid, quando la domanda è crollata.

Sia il greggio di riferimento USA che quello internazionale hanno superato oggi, i 110 dollari al barile, per le conseguenze economiche dell’invasione russa in Ucraina, che preoccupa gli investitori. Mentre la coalizione dei paesi produttori di petrolio, dall’aumento dei prezzi può trarre vantaggio nell’immediato, in seguito i prezzi elevati si ritorcerebbero contro i produttori, in quanto possono spingere le economie consumatrici di petrolio a ridurne la domanda, con possibili effetti recessivi.

“Cambia la prospettiva di incertezza in base alla quale l’OPEC normalmente prende le sue decisioni”, ha affermato Amy Myers Jaffe, professoressa di ricerca e amministratore delegato del Climate Policy Lab presso la Tufts University, citata dall’Ap. Non si può farlo solo in “base alla propria previsione di domanda e offerta di petrolio e gas. Bisogna anche prevedere il rischio geopolitico, occorre prevedere se ci saranno sanzioni, quindi considerare una gamma più ampia di questioni”, ha aggiunto l’esperta.

Prima dell’invasione russa dell’Ucraina, l’Agenzia internazionale per l’energia ha chiesto all’OPEC+ di aumentare la produzione oltre l’aumento già deciso a luglio scorso. Martedì scorso l’AIE ha spinto per alleviare l’aumento dei prezzi quando l’organizzazione con sede a Parigi, che conta tra i suoi membri Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito, Giappone e Canada, ha accettato di rilasciare 60 milioni di barili di petrolio dalle riserve strategiche, per inviare il messaggio che le forniture di petrolio non risulteranno insufficienti a causa dell’attuale conflitto in Europa orientale.

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