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A Roma, presso le Suore Carmelitane Teresiane in Via Tasso, un bassorilievo di Paola de Gregorio in memoria di Edith Stein

A Roma, presso le Suore Carmelitane Teresiane in Via Tasso, un bassorilievo di Paola de Gregorio in memoria di Edith Stein

K metro 0 – Roma – A Roma, presso la Casa Generalizia delle Suore Carmelitane Teresiane in Via Tasso (a un passo dall’edificio tristemente noto, nel ’43- ’44, come prigione della Gestapo per gli antifascisti, oggi Museo Nazionale della Liberazione di Roma), alla presenza di Suor Sonia de Oliveira, superiora Generale delle Carmelitane Teresiane, e

K metro 0 – Roma – A Roma, presso la Casa Generalizia delle Suore Carmelitane Teresiane in Via Tasso (a un passo dall’edificio tristemente noto, nel ’43- ’44, come prigione della Gestapo per gli antifascisti, oggi Museo Nazionale della Liberazione di Roma), alla presenza di Suor Sonia de Oliveira, superiora Generale delle Carmelitane Teresiane, e Padre Rocco Visca, carmelitano, Priore del Convento (Santuario) Madonna del Carmelo in Ceprano (FR), è stata inaugurata l’installazione dell’opera della scultrice Paola de Gregorio, il bassorilievo in pietra “Ritratto di Edith Stein”.

Un doveroso omaggio alla figura di Edith (1891 – 1942), la filosofa tedesca (sui temi, soprattutto, dell’empatia e della condivisione), scrittrice e mistica, ebrea di stirpe, entrata a 30 anni nell’ Ordine cattolico delle Carmelitane Scalze (fondato , nel XVI secolo, da Santa Teresa d’Avila) dopo una fase di ateismo che durava dall’adolescenza, e dopo l’impegno nell’insegnamento universitario, maturato con la frequentazione di Edmund Husserl, il filosofo austriaco, naturalizzato tedesco, fondatore dell’indirizzo di pensiero fenomenologico. Arrestata nei Paesi Bassi dai nazisti, dopo la presa ufficiale di posizione antirazzista dei Vescovi olandesi (concordata con Papa Pio XII) del luglio 1942, e rinchiusa nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, Suor Teresa Benedetta della Croce, alias appunto Edith Stein, insieme alla sorella Rosa, terziaria carmelitana scalza, ad agosto di quell’anno fu trucidata. Nel 1998, papa Giovanni Paolo II a proclamava santa, e l’anno successivo patrona d’Europa, insieme a Santa Caterina da Siena e Santa Brigida di Svezia.

Nel bassorilievo di Paola de Gregorio, la figura di Edith, il cui corpo è “forte ma al tempo stesso morbidamente umano”, si staglia, ritta e verticale, in un campo di fasce orizzontali che, sovrapposte le une sulle altre, evidenziano la verticalità propria degli esseri umani ed insieme evocano i gradini, le vicissitudini, i passi che la Stein ha voluto fare per elevarsi a Dio: per suggerire all’osservatore un percorso visivo dal basso verso l’alto, quale l’artista ha compiuto sulle orme della martire, seguendola nel suo cammino di ricerca dalla terra al cielo in una sorta di empatia, tanto cara alla sua filosofia.

Paola de Gregorio, nata a Roma dove attualmente risiede, ha frequentato giovanissima l’atelier di Pericle Fazzini e successivamente l’Accademia di Belle Arti, sezione scultura, prima con Attilio Selva, poi con lo stesso Fazzini. Per approfondire lo studio dell’anatomia e completarlo con la fisiologia, ha conseguito la laurea in Scienze biologiche presso La Sapienza.

Da un biglietto autografo inviatole da Giacomo Manzu è scaturito un periodo di stima e familiarità col Maestro, che ha anche posato per lei nella sua casa. Nel tempo ha esposto poi in molte personali, in Italia (sempre coi patrocini di Comune, Provincia, Regione e Ministero Beni Culturali) e all’estero. Il suo impegno si è dedicato in modo particolare all’arte sacra: e ha ricevuto attestati di stima da critici e studiosi di rilievo come Claudio Strinati, Sovrintendente emerito ai Beni Artistici e Storici di Roma, Vittorio Sgarbi, Maraschio e altri. Nel 2003 ha ricevuto il “Premio Minerva” per la Scultura, premio riservato alle donne distintesi nei vari settori di attività nel corso dell’anno; sue opere si trovano presso collezioni pubbliche e private.

 Suor Sonia e Padre Rocco han sottolineato l’importanza di installare un’opera come questa in memoria di Edith Stein appunto nella Casa Generalizia delle Carmelitane Teresiane: ricordando, tra l’altro, il bel film del 1995 della regista ungherese Marta Mezdaros sul martirio di Teresa Benedetta della Croce, “La settima stanza”).

Il giornalista Pierluigi Fornari ha ripercorso attentamente i punti dell’impegno filosofico e religioso di Edith Stein: ricordando la “sua testimonianza di vittima innocente”, definita da S.Giovanni Paolo II “pegno di quel rinnovato incontro tra ebrei e cristiani” che, nella linea auspicata dal Concilio Vaticano II, “sta conoscendo una promettente stagione di reciproca apertura”. L’onorevole Paola Binetti, senatrice ora del gruppo di Forza Italia, ha ricordato la recentissima decisione del Vaticano di creare la fondazione “Fratelli tutti” (intitolata come la celebre enciclica di Papa Francesco): che si occuperà soprattutto di formazione intellettuale, economia e arte, specialmente sacra (nel solco specialmente del pensiero di Papi come Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI).

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