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Australia: torna paura del virus, rafforzati confini col Victoria

Australia: torna paura del virus, rafforzati confini col Victoria

K metro 0 – Melbourne – Lo Stato del Victoria torna sotto un ferreo ma temporaneo blocco dopo che si è verificato un rapido aumento dei casi Covid, al Melbourne Airport Holiday Inn. I residenti in tutto lo Stato possono uscire di casa solo per motivi essenziali. Il viaggiatore che è stato accusato di aver

K metro 0 – Melbourne – Lo Stato del Victoria torna sotto un ferreo ma temporaneo blocco dopo che si è verificato un rapido aumento dei casi Covid, al Melbourne Airport Holiday Inn. I residenti in tutto lo Stato possono uscire di casa solo per motivi essenziali.

Il viaggiatore che è stato accusato di aver diffuso il virus ha affermato di essersi sentito trattato “come un criminale” ed ha aggiunto, prima di entrare in terapia intensiva “è stato molto angosciante”. L’uomo d’oltremare, che soffre di asma grave ed è ora in terapia intensiva, ha detto di aver dichiarato il suo nebulizzatore al suo atterraggio nel Paese; proprio questo è diventato il fulcro della polemica, poiché l’inalatore crea particelle nebulizzate che, secondo alcuni, hanno permesso il contagio di un lavoratore del servizio di ristorazione dell’Holiday Inn insieme ad un altro residente dell’hotel.

Di conseguenza il premier del Victoria, Daniel Andrews, ha decretato un “breve, e duro” blocco per cercare di tenere a bada una possibile terza ondata di coronavirus dopo che i casi del Melbourne Airport Holiday Inn sono cresciuti a 13 contagiati in così poco tempo.

A partire dalle 23:59 di stasera e per i prossimi cinque giorni, chiunque in tutto lo Stato può uscire di casa solo per quattro motivi: acquisti essenziali, assistenza, esercizio fisico e lavoro. Durante la notte, il Victoria ha aggiunto sette sedi all’elenco dei possibili luoghi di esposizione, che ora include due linee di autobus, un treno e il Terminal 4 di Melbourne mentre il cluster collegato all’hotel di quarantena cresce.

La notizia del blocco ha suscitato rabbia e disapprovazione a tal punto che centinaia di persone hanno protestato nella città e si è dovuto persino ricorrere alla polizia a cavallo fuori dal Melbourne Park.

Il caos non ha risparmiato l’Australian Open, infatti quando agli spettatori è stato intimato di allontanarsi a metà della partita di Novak Djokovic contro l’americano Taylor Fritz, si è levato dalla folla un coro di fischi.

Le autorità hanno deciso che il blocco finirà alle 23:59 di mercoledì 17 febbraio, riporta news.au.

Nel frattempo non è tardata anche la risposta sulle frontiere, infatti i leader degli altri Stati dell’Australia hanno preso decisioni rapide sul confine in risposta allo scoppio dell’epidemia di Victoria: hanno rafforzato le misure di confine per impedire che l’epidemia si diffondesse da uno Stato all’altro.

Intanto dalle 18:00 di oggi, l’Australia Occidentale ha introdotto un duro blocco con i confini del Victoria per 72 ore, il che significa che nessuno può entrare nello Stato, ha specificato il premier Mark McGowan.

Il ministro della Sanità del Queensland Steven Miles ha annunciato che le misure prese in considerazione consentirebbero al governo di “proteggere i cittadini”. Infatti il Queensland ha deciso di chiudere il confine con Melbourne dalle 1,00 di mattina di sabato

Infine Melbourne sarà dichiarata “hotspot” per 14 giorni e chiunque provenga da 36 aree governative locali della città non potrà entrare nel Sunshine State.

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Daniele Marrone
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