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Italia, Vaccino Pfizer: le prime dosi il 26 dicembre

Italia, Vaccino Pfizer: le prime dosi il 26 dicembre

K metro 0 – Adnkronos – Roma – Arriveranno in Italia “il 26 dicembre”, a Santo Stefano, le prime 9.750 dosi di vaccino Pfizer-Biontech contro Covid-19, che ha incassato ieri l’autorizzazione all’immissione in commercio da Aifa. Il vaccino arriverà in tempo dunque per il V-day del 27 dicembre. Lo ha affermato Paivi Kerkola, Country Manager

K metro 0 – Adnkronos – Roma – Arriveranno in Italia “il 26 dicembre”, a Santo Stefano, le prime 9.750 dosi di vaccino Pfizer-Biontech contro Covid-19, che ha incassato ieri l’autorizzazione all’immissione in commercio da Aifa. Il vaccino arriverà in tempo dunque per il V-day del 27 dicembre. Lo ha affermato Paivi Kerkola, Country Manager di Pfizer in Italia, nel corso di una conferenza stampa online. Saranno in tutto 27 milioni le dosi del vaccino Pfizer che arriveranno in Italia nel 2021, parte delle 200 milioni di dosi già acquistate dall’Ue.

“Questa approvazione segna un momento storico in Italia nella lotta contro questa malattia mortale. Apprezziamo il lavoro svolto da tutte le autorità regolatorie coinvolte – ha aggiunto Kerkola – a livello centrale e nazionale, per l’attenta valutazione del nostro vaccino contro Covid-19 e la tempestività con la quale hanno agito consentendo di aiutare a proteggere i cittadini italiani”. “È incoraggiante vedere che il nostro vaccino a mRna è ora approvato anche in Italia. Il numero di paesi che hanno autorizzato l’uso del nostro vaccino è in costante aumento ed è importante per contribuire ad affrontare questa pandemia”, ha dichiarato Sean Marett, Chief Business Officer e Chief Commercial Officer di BioNTech. “Insieme al nostro partner Pfizer, non vediamo l’ora di spedire i vaccini in Italia”.

Vaccino Pfizer Italia, chi lo avrà e come: cosa dice l’Aifa

La decisione dell’Aifa si basa sull’esito della valutazione iniziata da Ema tramite una procedura di rolling submission e completata con la successiva presentazione della domanda di autorizzazione da parte di Pfizer e BioNTech. I dati presentati includono i risultati dello studio clinico di fase 3, che hanno dimostrato un tasso di efficacia del vaccino del 95% nei partecipanti senza precedente infezione da Sars-CoV-2.

QUANDO E A CHI – Le prime 9.750 dosi saranno consegnate allo Spallanzani di Roma e poi distribuite per il V-day. Ma le consegne delle dosi di vaccino continueranno per tutto il 2021 “in conformità con i termini del contratto di fornitura”, fanno sapere le aziende. Il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio in tutti i paesi dell’Unione Europea sarà BionTech. La distribuzione del vaccino sul territorio italiano sarà stabilita secondo i criteri di priorità definiti dal Servizio sanitario nazionale. E se il vaccino al momento è autorizzato per i soggetti sopra i 16 anni, “sono programmati studi sulla fascia d’età pediatrica”, ha fatto sapere Valentina Marino, direttore medico di Pfizer Italia, nel corso della conferenza stampa.

Nello studio clinico che ha portato all’autorizzazione, BNT162b2 è stato “generalmente ben tollerato senza problemi di sicurezza segnalati finora dal comitato di monitoraggio dei dati”, precisano le aziende. Pfizer e BionTech stanno sfruttando le principali capacità di produzione e distribuzione di vaccini di Pfizer per scalare, produrre e distribuire rapidamente grandi quantità di vaccino di alta qualità. Sulla base delle proiezioni attuali, la rete di produzione combinata di Pfizer e BionTech ha il potenziale per fornire fino a 1,3 miliardi di dosi entro la fine del 2021.

VARIANTE COVID E VACCINO – “I test sono iniziati la settimana scorsa e ancora non ci sono dettagli”. Ma “sembrerebbe improbabile” che le mutazioni della ‘variante inglese’ del coronavirus “possano inficiare l’efficacia del vaccino Pfizer”, le cui prime dosi arriveranno il 26 dicembre in Italia, ha spiegato Valentina Marino, direttore medico di Pfizer Italia, nel corso della conferenza stampa. “Si sta verificando l’effetto della variante” britannica sull’efficacia del vaccino, a partire dal fatto che questa “corrisponde a un paio di mutazioni sulla proteina Spike. Sembrerebbe improbabile – ha detto l’esperta rispondendo a una domanda dei cronisti – che queste possano andare a inficiare l’efficacia del vaccino”.

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