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75 anni fa la liberazione di Auschwitz: leader a Gerusalemme

75 anni fa la liberazione di Auschwitz: leader a Gerusalemme

K metro 0 – Gerusalemme – Uno dopo l’altro, i leader mondiali giovedì a Gerusalemme hanno denunciato la minaccia ancora attuale dell’antisemitismo e hanno ribadito di non voler dimenticare la lezione dell’Olocausto. La solenne cerimonia ha commemorato il 75esimo anniversario dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz . Tutti, comunque, nei loro discorsi hanno

K metro 0 – Gerusalemme – Uno dopo l’altro, i leader mondiali giovedì a Gerusalemme hanno denunciato la minaccia ancora attuale dell’antisemitismo e hanno ribadito di non voler dimenticare la lezione dell’Olocausto. La solenne cerimonia ha commemorato il 75esimo anniversario dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz .

Tutti, comunque, nei loro discorsi hanno fornito diverse interpretazioni della seconda guerra mondiale e della sua rilevanza al giorno d’oggi, conferendo un sentimento politico all’incontro. Il World Holocaust Forum di Gerusalemme, il più grande di sempre, ha riunito più di 45 leader mondiali, incluso il presidente russo, Vladimir Putin, quello francese, Emmanuel Macron, Carlo d’Inghilterra, il vice presidente Usa, Mike Pence e il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier. L’evento è durato circa tre ore al memoriale Yad Vashem Holocaust con l’obiettivo di mostrare un fronte unito nel commemorare la distruzione della comunità ebraica europea. Con l’occasione è stato anche ricordato il picco di violenze a sfondo antisemita dei giorni d’oggi. Tuttavia, sin dall’inizio è stato caratterizzato dalle varie narrazioni contrapposte della seconda guerra mondiale.

Il presidente polacco, che è stato criticato per il suo revisionismo, ha boicottato la cerimonia, visto che non era stato invitato a parlare. Il presidente della Lituania, un Paese che vuole ‘diminuire’ le proprie colpe e al contempo idolatrare eroi nazionalisti antisovietici coinvolti nell’uccisione di massa di ebrei, ha annullato la partecipazione a qualche giorno dall’evento. E il presidente ucraino, un’altra nazione con un dubbio riconoscimento delle proprie responsabilità nel genocidio, si è tirato indietro misteriosamente a poche ore dall’inizio della cerimonia in Israele. A Putin è stato conferito un ruolo di primo piano, nonostante la sua campagna atta a sminuire il patto dell’Unione Sovietica con i nazisti che ha preceduto la guerra e ad accollare la colpevolezza alla Polonia, invasa nel 1939. Nel suo discorso, ha evidenziato la parte fondamentale giocata dall’Armata Rossa nella liberazione di Auschwitz il 27 gennaio 1945 e al contempo ha additato la collaborazione di Ucraina, Lituania e Lettonia. Questi ultimi sono stati definiti “banditi” che “hanno spesso sorpassato i propri padroni in fatto di crudeltà”. Riferendosi alla Polonia e ad altre nazioni, ha aggiunto che l’Olocausto servirà alle future generazioni come monito solamente se verrà raccontato nella sua interezza, senza “omissioni”. “Purtroppo, il racconto della guerra oggi è soggetto degli interessi politici”, ha dichiarato. Lo stesso Putin è stato accusato di ciò, avendo modellato la narrazione attorno alla “Grande guerra patriottica”, iniziata nel 1941, dopo che la Germania nazista ha invaso l’Unione Sovietica ignorando il patto di non aggressione firmato due anni prima.

Durante la cerimonia, è intervenuto anche il presidente francese, Emmanuel Macron, che ha ricordato come “nella nostra storia, l’antisemitismo” abbia “preceduto sempre l’indebolimento della democrazia” e ha poi aggiunto che “nessuno ha il diritto di tirare in ballo le vittime dell’Olocausto per giustificare divisioni o manifestazioni di odio temporanee”. E’ stato protagonista inoltre di un battibecco con una guardia israeliana, durante la visita alla chiesa medievale di Sant’Anna, nel quartiere musulmano di Gerusalemme, di proprietà della Francia. L’agente avrebbe ostacolato il suo ingresso all’interno dell’edificio provocando la reazione del presidente francese. “Rispetti le regole, per piacere. Sono state istituite da anni e non cambieranno per me”, ha dichiaratosi riferendosi alla guardia che lo ha bloccato all’entrata di quella che è effettivamente Francia. La chiesa è stata donata a Parigi nel 1856 dal sultano ottomano Abdülmecid I per l’aiuto fornito durante la guerra di Crimea.

Queste invece le parole del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, che ha incontrato il suo omologo israeliano Reuven Rivlin: “La cerimonia di oggi con tanti capi di Stato sarà un richiamo a tutto il mondo perché non si abbassi mai la guardia contro l’antisemitismo, la violenza e il fascismo”.

 

 

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