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Turchia. Il Parlamento autorizza l’invio di truppe in Libia 

Turchia. Il Parlamento autorizza l’invio di truppe in Libia 

K metro 0 – Agenzie – Ankara – Turchia ha autorizzato il dispiego di truppe in Libia per fornire un aiuto al governo di Tripoli sostenuto dall’Onu, che sta combattendo le forze dell’esecutivo rivale che ha intenzione di conquistare la capitale. La mozione che autorizza l’invio di truppe in Libia, con 325 voti a favore e

K metro 0 – Agenzie – Ankara – Turchia ha autorizzato il dispiego di truppe in Libia per fornire un aiuto al governo di Tripoli sostenuto dall’Onu, che sta combattendo le forze dell’esecutivo rivale che ha intenzione di conquistare la capitale. La mozione che autorizza l’invio di truppe in Libia, con 325 voti a favore e 184 contrari è stata presentata a seguito della richiesta da parte del  premier libico Fayez al Serraj.

Il testo fissa a un anno il mandato per l’invio delle truppe. I tempi, gli obiettivi e i numeri del dispiegamento militare saranno decisi dal presidente Recep Tayyip Erdogan. La mozione punta ad avere un “ruolo deterrente”, aveva dichiarato il vicepresidente turco, Fuat Oktay, lasciando intendere che la Turchia potrebbe non inviare truppe se il generale Khalifa Haftar fermasse la sua offensiva su Tripoli. Si tratta del primo intervento militare turco in un Paese non limitrofo dall’invasione di Cipro nel 1974: da allora, i soldati turchi hanno combattuto in forma sporadica nel nord dell’Iraq contro la guerriglia curda e, dal 2016, nel nord della Siria. La Turchia è schierata a fianco del governo di Accordo nazionale, creato nel 2015 e guidato dal premier Fayez al-Serraj e riconosciuto dall’Onu.

Erdogan deve fronteggiare l’asse formato da Arabia Saudita, Egitto ed Emirati arabi uniti, Paesi che appoggiano tutti il generale Khalifa Haftar. Obiettivo dichiarato della missione è frenare l’offensiva delle milizie del generale ribelle, uomo forte della Cirenaica, ed evitare la caduta di Tripoli schierando una potenza militare, che è il secondo maggior esercito della Nato (477 mila uomini con fregate, cacciabombardieri, blindati, droni). La Turchia è lontana oltre 1300 chilometri dalle coste di Tripoli: i 240 caccia F-16 turchi non possono dunque compiere voli di combattimento in Libia; dovrebbero decollare da una base in un Paese africano, il che aumenta la vulnerabilità della missione. La Turchia dispone comunque anche di portaerei.

“L’Ue esprime forte preoccupazione per la decisione della Grande Assemblea nazionale turca che autorizza l’invio di contingenti militari in Libia”. Lo afferma il portavoce del servizio di azione esterna dell’Ue.

Il portavoce ribadisce la “ferma convinzione che non esiste una soluzione militare alla crisi libica”. “Le azioni a sostegno di coloro che stanno combattendo nel conflitto destabilizzeranno ulteriormente il Paese e l’intera regione”. Per l’Ue “è dunque imperativo che tutti i partner internazionali rispettino pienamente l’embargo Onu sulle armi” e che “sostengano gli sforzi del rappresentante speciale delle Nazioni Unite Ghassan Salamé ed il processo di Berlino in quanto unica via verso una Libia in pace, stabile e sicura”.

L’Unione europea “manterrà un impegno attivo a sostegno di tutte le misure che portino ad una de-escalation e ad un effettivo cessate il fuoco e alla ripresa dei negoziati politici”, conclude la nota.

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