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Usa. Truppe potrebbero rimanere in Siria per monitorare giacimenti di petrolio

Usa. Truppe potrebbero rimanere in Siria per monitorare giacimenti di petrolio

K metro 0 – Kabul – Gli Stati Uniti potrebbero lasciare una parte delle truppe in Siria per mettere al sicuro i giacimenti di petrolio e garantire che non vi metta le mani l’Isis, lo ha annunciato il segretario della difesa Usa, Mark Esper, lunedì. Il presidente Donald Trump, tuttavia, continua a ribadire che ritirerà

K metro 0 – Kabul – Gli Stati Uniti potrebbero lasciare una parte delle truppe in Siria per mettere al sicuro i giacimenti di petrolio e garantire che non vi metta le mani l’Isis, lo ha annunciato il segretario della difesa Usa, Mark Esper, lunedì. Il presidente Donald Trump, tuttavia, continua a ribadire che ritirerà l’esercito dalla regione e porrà fine ai “conflitti infiniti”.

Il capo del Pentagono ha spiegato che il piano è ancora in fase di discussione e non è ancora stato presentato a Trump, che ha più volte sottolineato come l’Isis sia stato sconfitto. Esper ha evidenziato che alla base della proposta è l’intenzione di lasciare una piccola parte delle truppe nella Siria orientale, per dare al presidente “spazio di manovra” ma non sono ancora arrivate conferme. “C’è stata una discussione sulla possibilità”, ha spiegato a una conferenza stampa in Afghanistan prima di spostarsi in Arabia Saudita. “Non si è ancora parlato di numeri o cose del genere”. Il fatto che il progetto stia venendo considerato è un segno che il governo sta ancora cercando di capire la strategia da adottare, mentre gli alleati repubblicani del tycoon continuano a criticare la decisione di ritirare le truppe. Essenzialmente, secondo loro, spianerebbe la strada all’incursione militare turca nell’area di confine, respingendo indietro le forze curde, un tempo alleate con gli Stati Uniti. Secondo quanto riportato da AP, il senatore Lindsey Graham avrebbe proposto l’idea di lasciare parte delle truppe in Siria per proteggere i giacimenti di petrolio e Trump l’avrebbe sostenuta. Sempre lunedì, infatti, alla Casa Bianca, il presidente Usa ha spiegato che la volontà è ancora quella di ritirarle dalla Siria ma al contempo “andrà messo al sicuro il petrolio” in una parte del Paese, mentre Israele e la Giordania hanno chiesto a Washington di tenere alcune unità anche in altre zone. “Non c’è altro motivo per far rimanere lì i nostri soldati”, ha aggiunto. L’obiettivo principale, comunque, rimane quello di evitare che l’Isis metta le mani sui giacimenti, potendo così riassumere il controllo di alcune zone strategiche. Le truppe che lasceranno la Siria, nonostante Trump abbia dichiarato di volerle riportare a casa, si sposteranno nella parte occidentale dell’Iraq, da lì l’esercito continuerà le operazioni nei confronti dell’Isis. Il capo di gabinetto della Casa Bianca, Mick Mulvaney, è intervenuto a “Fox News Sunday” proprio per parlare della contraddizione tra le parole del presidente e la realtà dei fatti. “I soldati torneranno a casa prima o poi. Il modo più rapido di allontanarli dal pericolo è portarle in Iraq”.

Trump ha ordinato che il blocco composto da circa mille unità venisse ritirato dalla Siria, dopo che il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha detto chiaramente che il suo esercito era in procinto di avanzare in Siria per respingere i curdi, considerati terroristi da Ankara. Mike Pompeo, segretario di Stato Usa, intervistato da Cncb, ha spiegato che il presidente Trump è “pronto a un’azione militare contro la Turchia se necessario”, aggiungendo comunque che Washington “predilige la pace rispetto alla guerra”.

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