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Macron: lettera ai francesi. “Trasformare con voi la rabbia in soluzioni”

Macron: lettera ai francesi. “Trasformare con voi la rabbia in soluzioni”

K metro 0 – Parigi – “Trasformare con voi la rabbia in soluzioni”: questa la frase chiave della “lettera ai francesi” di Emmanuel Macron. Il presidente francese, Macron, scrive una lettera ai suoi concittadini per anticipare il “grande dibattito nazionale”, che ci sarà per mesi fino a marzo prossimo e già annunciato nel suo messaggio

K metro 0 – Parigi – “Trasformare con voi la rabbia in soluzioni”: questa la frase chiave della “lettera ai francesi” di Emmanuel Macron.

Il presidente francese, Macron, scrive una lettera ai suoi concittadini per anticipare il “grande dibattito nazionale”, che ci sarà per mesi fino a marzo prossimo e già annunciato nel suo messaggio televisivo lo scorso dicembre, che mette a fuoco le istanze che arrivano dalla popolazione, dopo le proteste sollevate dai gilet gialli che stanno trovando un largo consenso politica.

Così il capo dell’Eliseo  contrattacca: “So che alcuni di noi oggi sono insoddisfatti o arrabbiati” e “tutti vorrebbero un Paese più prospero e una società più giusta”. “Questa impazienza, la condivido” e a queste istanze “dobbiamo rispondere con idee chiare”. “Ma c’è una condizione: non accettare alcuna forma di violenza”, avverte il presidente francese che vuole così dare la parola ai cittadini attraverso un dibattito che si svolgerà fino al 15 marzo, attraverso enti locali, associazioni e una piattaforma online. Una volta terminato il dibattito, il capo di Stato promette di “trarre le conclusioni” entro un mese.

Sono quattro i temi principali e 32 le domande che il Presidente francese porrà ai suoi concittadini, garantendo che “non ci sono interrogativi proibiti” e, anche se, “non saremo d’accordo su tutto”, dimostreremo di essere “un popolo che non ha paura di parlare, di discutere, di dibattere”.

Tema numero uno sono le tasse: “Come rendere il nostro fisco più giusto ed efficace? Che tasse bisogna abbassare prima delle altre?”, chiede il presidente. E “quali tagli?”. Quali “servizi pubblici possono essere eliminati perché superati o inutili”, e “quali i nuovi bisogni di servizi?”.

Secondo tema del dibattito è l’organizzazione dello Stato e degli enti pubblici. “Più decentralizzazione? Come vorreste migliorare l’azione dello stato? Dell’amministrazione?”.

Il terzo tema è delicato, ed ha come argomento quella della “transizione ecologica”: “Come la finanziamo? Con tasse? Imposte? Chi deve essere coinvolto per primo?”. E scendendo nel particolare, “come sostituire la vecchia caldaia, o la vecchia automobile?”.

Nel quarto capitolo, relativo ai temi della democrazia e della cittadinanza, trovano posto domande sul numero dei parlamentari, sulla riforma delle istituzioni, sulla democrazia partecipativa, con una domanda specifica sul “maggior ricorso al referendum” e su “chi debba averne l’iniziativa”, un tema diventato la prima richiesta dei gilet gialli. C’è spazio anche per l’immigrazione: “Cosa proponete per migliorare l’integrazione nella nostra Nazione? In tema di immigrazione, una volta soddisfatti i nostri obblighi di asilo, pensate che dovremmo fissarci obiettivi annuali definiti dal Parlamento? Cosa proponete per rispondere a questa sfida che durerà nel tempo?”.

“Questo dibattito – conclude il presidente – è un’iniziativa inedita dalla quale ho la ferma intenzione di trarre tutte le conclusioni. Non è né un’elezione né un referendum. È la vostra espressione personale, che corrisponde alla vostra storia, alle vostre opinioni, alle vostre priorità… È così che intendo, con voi, trasformare la rabbia in soluzioni”.

 

di Rosa Massaro

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